buonsenso…
Scrive Etgar Keret in “Sette anni di felicità” (ed. Feltrinelli): “Dal giorno in cui sei nato in Israele, ti hanno insegnato che quello che è successo in Europa negli ultimi tre secoli non è stato altro che una serie di persecuzioni e pogrom e le lezioni di quella educazione, sorde ai dettami del buonsenso, continuano ad incancrenirsi in qualche punto delle tue viscere”.
In queste settimane di usi di lutto crescente dovuti ai tragici eventi che portarono alla distruzione dei templi il 9 di Av, vivo con angoscia l’esempio che trasmetto ai mie figli. Mi pare di insegnare loro che il periodo di “ben hametzarim”, delle angosce ricordate in Lamentazioni 1,3, sia l’essenza del nostro essere come popolo: vennero gli egiziani, poi i filistei, poi gli assiro-babilonesi, poi i greci ellenisti, poi i romani, poi i crociati, poi Isabella di Castiglia…fino al 1938 e l’Isis.
Come posso stravolgere questa terribile assuefazione al mondo diviso tra semiti ed antisemiti e mostrare loro che al di là del digiuno del 9 di Av esistono gli uomini che fanno il bene ed esiste il nostro popolo che non è il frutto di ciò che ci è accaduto bensì il prodotto di ciò che vogliamo essere? E per questo dobbiamo usare tutto il buonsenso di cui parla Keret.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(10 luglio 2015)