Il commiato degli urtisti: “Lasciamo Roma a chi la sporca”
“Vi consegniamo Roma cari concittadini, una Roma diversa da quella che 150 anni fa hanno deciso di accudire i nostri nonni e bisnonni. Con le lacrime agli occhi la consegniamo a chi la sfrutta, la sporca, a chi la mercifica e la vuole umiliare”. È l’amaro commiato che appare sulla pagina Facebook gestita dagli urtisti, i venditori di souvenir, uno degli storici mestieri della Roma ebraica, a poche ore dal trasferimento in massa della categoria, allontanata dalle aree vicine ai più importanti monumenti della Capitale come implementazione delle iniziative anti-degrado varate dall’amministrazione cittadina.
Un accostamento che i rappresentanti di categoria, anche attraverso queste pagine, hanno sempre respinto con forza, vantandosi anzi di essere vere e proprie sentinelle contro l’abusivismo imperante nelle strade e nelle piazze del centro (supportati in questo, tra gli altri, dal presidente del pd romano Tommaso Giuntella e dalla presidente del Consiglio del Municipio XII Alessia Salmoni). Una funzione che continuano a svolgere anche in queste ore, pur sradicati da quella che è stata la loro area di competenza per così lungo tempo. Cioè da quando una dispensa papale concesse l’esercizio della professione ad alcuni ambulanti ebrei romani (professione poi trasmessa con regolare licenza a figli, nipoti etc) fino a pochi giorni fa.
Sulle pagine social gestite dalla categoria continua infatti senza sosta il monitoraggio del degrado urbano, con riferimento anche alle strade e alle piazze che sono stati costretti a lasciare.
“Abusivi quasi all’interno del colonnato della Basilicata di San Pietro”, si legge ad esempio nella titolazione di un video postato la mattina di venerdì. Scrivono gli urtisti: “Mentre dall’altra parte di Roma c’era uno spiegamento di forze degno della terza guerra mondiale, mentre alcuni esultavano per il nostro allontanamento, mentre padri e madri di famiglia piangevano disperati, gli abusivi a San Pietro continuavano il loro giro d’affari. Lo diciamo ora è lo denunciamo in tempi non sospetti. A San Pietro e zone limitrofe non siamo noi il degrado”. E ancora, scorrono immagini simili dal Colosseo, da via dei Fori Imperiali, dal Tridente. Mentre il presidente Fabio Gigli denuncia: in via di san Gregorio, la nuova collocazione, sarebbe impossibile lavorare. Flusso turistico ridotto all’osso, introiti che non permetterebbero di tenere aperti i banconi. Un futuro drammaticamente a rischio.
a.s twitter @asmulevichmoked
(12 luglio 2015)