Don Arturo Paoli (1912-2015)
In novembre avrebbe compiuto 103 anni. Una lunga esistenza consacrata all’altruismo e alla solidarietà quella di don Arturo Paoli, prete e missionario lucchese che lo Yad Vashem ha riconosciuto Giusto tra le nazioni per l’azione a difesa degli ebrei perseguitati sotto il nazifascismo. Un’azione svolta fianco a fianco con Giorgio Nissim, il referente regionale della Delasem, la rete di assistenza clandestina che intensamente operò in quei mesi nel centro Italia e di cui facevano parte numerosi esponenti del clero toscano oltre a molti uomini di buona volontà.
“Mirabile esempio di grande spirito di sacrificio e di umana solidarietà”. Così lo elogiava il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, consegnandogli nel 2006 la medaglia d’oro al civile per le azioni di eroismo compiute. Il tutto avveniva nei giornali del Quirinale, lo stesso giorno in cui questo riconoscimento veniva tributato alla memoria di Gino Bartali, un altro grande toscano che, davanti al bivio imposto alla popolazione italiana, tra indifferenza e impegno attivo, scelse la strada del coraggio.
Nissim, don Paoli e i suoi confratelli avevano escogitato un sistema di riconoscimento originale ed efficace. Lo hanno ricordato Alfredo De Girolamo ed Enrico Catassi, intervenendo oggi sul Corriere Fiorentino: “Nissim inviava da don Paoli persone che mostravano mezza banconota da 5 lire, se il numero di serie combaciava con una delle mezze 5 lire che Nissim aveva lasciato in precedenza a don Paoli la persona era in pericolo e le veniva dato aiuto”.
a.s twitter @asmulevichmoked
(14 luglio 2015)