Firenze e la luce dei Giusti.
Nel nome di Wallenberg
La consegna avverrà nella solenne cornice di Palazzo Vecchio, la casa di tutti i fiorentini. È là che domani mattina il sindaco Dario Nardella (nell’immagine) riceverà dalla fondazione intitolata alla memoria del Giusto tra le Nazioni Raoul Wallenberg, diplomatico e filantropo svedese che agì con straordinaria incisività in Ungheria, una medaglia in ricordo di chi, a Firenze e dintorni, si prodigò per mettere in salvo ebrei perseguitati dal nazifascismo.
Ci fu chi agì all’interno di una rete, e chi invece agì individualmente. Nomi più e meno noti: dal cardinale Elia Dalla Costa al ciclista Gino Bartali, entrambi riconosciuti Giusti dallo Yad Vashem, ma anche donne e uomini meno sotto i riflettori che non esitarono ad aprire le porte all’accoglienza e alla solidarietà.
A premiare il sindaco saranno Eduardo Eurnekian e Baruch Tenembaum, rispettivamente presidente e fondatore della fondazione Wallenberg.
La consegna della medaglia si introduce nel quadro del progetto educativo “Case della vita”, che si pone l’obiettivo di identificare quei luoghi, come istituti, case religiose, collegi, conventi che si trasformarono in rifugi. Ad oggi la fondazione ha individuato, nella sola Roma, quasi duecento luoghi di rifugio. “Case della vita” sono state individuate anche in Francia, Polonia, Grecia e Germania.
La cerimonia fiorentina arriva a pochi giorni dalla scomparsa di un grande Giusto toscano, don Arturo Paoli (1912-2015), prete lucchese che agì fianco a fianco con Giorgio Nissim e che è scomparso lunedì alla soglia dei 103 anni.
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(16 luglio 2015)