Otto per mille UCEI, ancora una crescita
Il risultato è significativo e tangibile. E, se si sapranno muovere le giuste leve, molteplici appaiono le opportunità per il futuro. Partendo dal Meridione, da cui arrivano i riscontri maggiormente positivi. È il quadro che emerge dalla lettura dei numeri della raccolta dell’Otto per Mille relativa alle scelte espresse nel 2012 a favore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rilevazione diffusa in questi giorni dal ministero delle Finanze. Rispetto all’anno precedente, l’aumento delle preferenze andate all’Unione è del 7,43 %: da 81457 a 87510. Un dato, il più alto di sempre, che conferma il trend degli ultimi esercizi, in particolare dalla dichiarazione effettuata nel 2008, anno caratterizzato tra gli altri da una nuova impostazione strategica nelle politiche di informazione e comunicazione dell’ente, non più in lizza nell’arena Otto per Mille con una proposta pubblicitaria esplicitamente rivolta ai dichiaranti e concentrata nelle settimane della scelta, ma anche con prodotti giornalistici che hanno saputo guadagnare prestigio e autorevolezza e favorire la creazione, assieme ad altri asset, di quella che è stata definita la “community” dell’ebraismo italiano. Cioè l’insieme di tutte le persone che guardano con interesse e coinvolgimento ai destini di questa minoranza.
Un mondo dal quale arrivano segnali importanti, ma che che è ancora in larga parte da raggiungere, con potenziali benefici per l’intera collettività. Soprattutto alla luce del consolidamento di un dato sempre più netto e inequivocabile: la forte dipendenza dell’Italia ebraica da risorse proveniente dall’esterno, e in particolare dalla raccolta dell’Otto per Mille, il carburante che alimenta la vita di tutte le sue realtà, le sfide, i progetti, le ambizioni. Il segno inoltre, come appare anche nell’ultimo bilancio consuntivo chiuso dall’assessore Noemi Di Segni, che se l’ebraismo italiano vuole guardare al domani con ottimismo, le decisioni che dovrà effettuare a riguardo saranno determinanti per la sua sopravvivenza.
Ma torniamo ai dati. La dichiarazione effettuata nel 2008 segna uno spartiacque. Se l’anno precedente si era toccato un punto tra i più bassi (appena 64340 preferenze), con il 2008 si torna a superare quota 70mila (70660, per l’esattezza). Una cifra stabilizzata l’anno successivo (70413), premessa per l’ulteriore salto di qualità registrato poi. Nel 2010 le scelte a favore dell’UCEI sono state 79860. Nel 2011, 81457. Nel 2012, come detto, 87510. Dalla dichiarazione del 2007 a quella del 2012 sono state conquistate oltre 23mila preferenze, il 36 per cento in più di cinque anni fa. La dichiarazione del 2007 comportava l’ingresso nelle casse dell’Unione di circa quattro milioni e 200mila euro, oggi si è passati a oltre cinque milioni e 800mila.
Dal 2011 al 2012 la crescita, almeno al Centro-Nord, risulta piuttosto omogenea. Il boom arriva invece dal Meridione, territorio a lungo inesplorato e oggi al centro di un percorso di riscoperta di cultura e identità ebraica che sta dando i suoi frutti. Si partiva da zero o giù di lì, oggi i valori si attestano su livelli non così lontani da regioni che da sempre costituiscono un bacino prezioso. Settantacinque per cento in più di preferenze in Puglia in appena un anno. Risultati eclatanti anche in Campania (+21,9%) e Sicilia (+16,6%). La lettura ponderata dei dati permetterà di fare le valutazioni del caso. Non tutte le performance hanno infatti lo stesso peso. Un esempio: le 61 preferenze in più in Molise, che hanno di fatto raddoppiato il risultato regionale rispetto al 2011, in Lombardia avrebbero comportato appena lo 0,3% di crescita. Tra le grandi Comunità, Milano ottiene risultati in linea con la media nazionale (Lombardia in crescita del 6,6%), mentre Roma appare più in difficoltà. Il Lazio cresce di appena l’1,1 %, la provincia di Roma registra addirittura un calo (-0,3%) rispetto a dati già molto bassi per le sue potenzialità. La Lombardia, ad oggi, ottiene quasi il doppio delle preferenze del Lazio e si conferma come la regione con il maggior numero di adesioni come valore assoluto (oltre 20mila). Tra le regioni più virtuose, considerando anche le molte migliaia di adesioni che portano in dote da anni, si segnalano Veneto (+ 13,3%), Piemonte (+9,1%), Emilia Romagna (+6,8%) e Friuli-Venezia Giulia (4,7%).
Adam Smulevich, Pagine Ebraiche agosto 2015
(21 luglio 2015)