Time out – Il puzzle

daniel funaroSe i dati dell’Otto per mille testimoniano la crescita di firme nei confronti delle comunità ebraiche, ben più difficile è comprenderne le motivazioni. In assenza di dati scientifici che analizzino le ragioni dei contribuenti è da diverso tempo che i dirigenti delle varie comunità discutono tra di loro per attribuirsi i meriti delle firme ricevute e incolpare gli altri per quelle non ottenute. Il presidente Gattegna sostiene, per esempio, che il merito della crescita dipende dalla nuova comunicazione Ucei. Senza voler smentire o confermare è abbastanza complesso sapere se davvero la scelta di firmare per l’Ucei dipenda da Pagine Ebraiche o dal lavoro di una comunità locale. Chi ci dice che per esempio il lavoro della Comunità di Milano o di Torino non aiuti a raccogliere firme anche oltre i loro confini? Tra l’altro l’ebraismo italiano era in grado di parlare con autorevolezza verso l’esterno anche prima del cambio del modello di comunicazione ed ogni tentativo di giustificare l’aumento delle firme sembra piuttosto irrealistico. Un altro aspetto da considerare è l’utilizzo dei social network. Sempre per prendere un esempio, come classificare l’ottimo lavoro di Progetto Dreyfus che combatte sul web l’antisemitismo e racconta la verità nei confronti d’Israele? È un progetto nato a Roma i cui risvolti però, svolgendosi sul web, sono difficilmente classificabile in quanto i suoi utenti sono sparsi su tutta Italia. Come uscirne? Forse pensando che siamo tutti piccoli tasselli di un puzzle in cui ciascuno contribuisce a modo suo e che permette al variegato mondo della società italiana di trovare ottime ragione per affidare una parte dei loro contributi a noi. Un puzzle complesso che ha bisogno dell’aiuto di tutti e che ci ricorda che, nel messaggio che mandiamo all’esterno, ogni contributo è importante e da tenere in considerazione.

Daniel Funaro

La libertà d’espressione‎ è un bene prezioso, ma fino a dove può spingersi?
Il Presidente dell’Unione ha chiarito inequivocabilmente che l’ebraismo accresce le proprie risorse quando smette di giocare con gli slogan e si impegna sul fronte del ragionamento e della conoscenza. Una realtà incontrovertibile, e un’ovvietà per tutte le persone di buon senso. Eppure non piace a chi al bene comune antepone le fortune dei propri amici e delle loro aziendine a furia di slogan e di propaganda. Nel goffo tentativo di appuntare una medaglietta del tutto immeritata a realtà che quando queste risorse si producevano‎ al costo di tanti sacrifici e di un duro lavoro non erano solo inutili e forse anche controproducenti, ma semplicemente nemmeno esistevano. Del resto, non stiamo parlando delle stesse aziende che nelle loro molteplici attività hanno anche fatto da cassa di risonanza ad appelli per invitare a non firmare per l’Otto per mille‎ e quindi impoverire l’ebraismo italiano?
Eppure dobbiamo confidare che il lettore non voglia lasciarsi prendere in giro in una maniera tanto grossolana‎. E noi continuare a pubblicare le opinioni di tutti. Perché la libertà d’espressione è un bene prezioso.

g.v

(23 luglio 2015)