Setirot – Lo stesso punto

jesurumEra il gennaio del 1991 e su Gerusalemme tuonava la Guerra del Golfo. Una sera entrai nella casa/caverna del Saggio alla ricerca di un senso. Yeshayahu Leibowitz (z.l.) aveva occhi malinconici – non stanchi né vinti – mentre diceva che «non è questione di ideologia, è un dato di fatto: la terra che noi chiamiamo Eretz Israel e loro Palestina va divisa tra due popoli. Molti temono che questa spartizione ci venga imposta, io me lo auguro. Perché è l’unica via che permetterà al mio paese di sopravvivere». Sono passati più di vent’anni – guerre, attentati, infinità di morti –, e siamo ancora più o meno allo stesso punto.

Stefano Jesurum, giornalista

(23 luglio 2015)