Uomini che temono l’amore
La paura per le donne, il desiderio di controllarle, l’idea che li amino nonostante tutto, nonostante la loro presunzione, alberga da sempre nel cuore degli uomini. Ne parla in uno straordinario libriccino Israel Jhosua Singer, l’autore dell’indimenticabile ‘La famiglia Karnowski’. Il libriccino in questione appena edito da Adelphi prende il titolo di ‘Sender Prager’ dal nome del protagonista, un ristoratore ebreo di Praga prossimo a sposarsi… controvoglia, chè lui se ne starebbe ben più volentieri in compagnia delle sue cameriere (che lo adorano). È l’insistenza del rabbino a costringerlo, in nome dell’ebraismo, a metter su famiglia.
Sender non ne è per niente convinto, lui sta benissimo così, ma la paura della morte vince ed ecco che il rabbino lo porta a casa di una hassidica né bella né brutta, un po’ strana, dai grandi occhi neri impauriti. Povera, questo sì, poverissima. Magrissima, mentre lui è un uomo ben tosto. Si gratta la testa, che combineremo mai? Intanto il matrimonio, che baraonda! Con la festa al suo ristorante e i poveri tutti invitati e contenti, e tranne le cameriere che maledicono la comparsa della vincitrice. Poi la notte nuziale, in cui Sender fa una scoperta: ‘Quando Sender ebbe constatato che sua moglie era lungi dall’essere quella giovane pura e virtuosa che il rabbi gli aveva promesso, non le pose domande non alzò la voce. Si accontentò di tirarle uno schiaffo.’ Non la caccerà di casa, ne uscirà lui in un qualche modo, passando le serate in orge dissennate, fino a cadere dalle scale. La moglie si metterà col suo vice e gestirà il ristorante. La descrizione che Singer fa della comunità ebraica è strepitosa, come strepitosa la lotta di Sender contro chi lo porterà al disastro promettendogli la salvezza dell’anima. Il nucleo centrale, misterioso e fatale del libro, è sempre la donna. Le cameriere streghette implorano a Dio la morte della sposa ma a crepare sarà lui, perché la prescelta è una strega ben più potente di loro, una che è riuscita a farsi sposare nonostante si sia concessa a mezza Varsavia. Che beffa per un libertino incontrare una donna più libertina di lui, e che nemmeno cerca di nasconderlo perché altrimenti di riffa e di raffa avrebbe superato indenne o quasi la prima notte di nozze.
Anche qui assistiamo alla disfatta dell’uomo che pensa di saperla, lui diavolo, più lunga della streghetta che impalma. E scopertala superiore si permette di offenderla, quando invece avrebbe dovuto inchinarsi. Non la picchia, non la caccia, solo lo schiaffo di rabbia di chi si sente umiliato da colei che più di lui conosce il piacere. È una sconfitta intellettuale ancor prima che erotica: i grandi occhi neri impauriti della ragazza, mascheravano occhi di fuoco, duri e implacabili come il fato.
Tiziana Della Rocca
(23 luglio 2015)