“Museo della Shoah, ecco cosa faremo”
“Il lavoro è tanto. Alcune criticità sono maggiormente contingenti, altre di più ampio respiro. L’importante sarà guardare con attenzione al nostro presente, alle importanti decisioni che ci attendono in queste ore, tenendo al tempo stesso la barra dritta verso il futuro”. Questa la ricetta che Mario Venezia, chiamato ieri alla guida della Fondazione Museo della Shoah di Roma, illustra ai lettori di Pagine Ebraiche.
Dottore commercialista, consigliere del Benè Berith, figlio di un sopravvissuto ai campi di sterminio (l’indimenticato Shlomo Venezia), Venezia succede a Leone Paserman, dimissionario dopo molti anni al vertice della fondazione. Un impegno lodato all’unanimità dal cda riunitosi ieri a Roma, che lo ha elogiato per la “costanza” e la “determinazione” che hanno caratterizzato la sua lunga missione.
Due i fronti su cui ci si concentrerà nelle prossime settimane. La formalizzazione dei bandi per la ricerca di personale e ricercatori (“Sono in via di emanazione”, annuncia Venezia); il trasferimento degli uffici da via Florida alla Casina dei Vallati, spazio messo a disposizione da Roma Capitale nel percorso di avvicinamento alla realizzazione del museo di Villa Torlonia.
“Dall’incontro di ieri ho ricavato l’impressione che ci sia la volontà di mettere a disposizione di tutta la cittadinanza, nei tempi più rapidi, l’immensa mole di materiale raccolto in questi anni di lavoro. La Fondazione attraversa delle difficoltà operative – spiega Venezia – ma sono fiducioso sul fatto che sapremo affrontarle nel modo più adeguato”.
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(28 luglio 2015)