Qui Milano – La visita del rav Yosef
“Lo studio, il centro del nostro universo”
“Non c’è popolo ebraico senza Torah”. Attorno a questo concetto, in particolare sull’importanza dello studio, si è concentrata la lezione tenuta a Milano da rav Ytzhak Yosef, rabbino capo sefardita di Israele. Ospite ieri sera del centro Noam – punto di riferimento religioso e sociale della kehillah persiana a Milano – rav Yosef ha spiegato, tra fonti midrashiche e aneddoti personali, perché l’ebraismo trova il suo fondamento nello studio della Bibbia. Ad ascoltarlo, un Beth haKnesset gremito che ha visto la presenza tra gli altri del rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib e del consigliere comunitario Davide Nassimiha. “Perché la Terra è tonda?” si è chiesto in apertura (introdotto da rav Jacov Simantov) rav Yosef, figlio di rav Ovadia Yosef (leader spirituale dell’ebraismo sefardita e del partito religioso Shas, scomparso nel 2013). “Perché in questo modo in tutto il mondo, nel corso di tutte le ventiquattro ore che compongono un giorno, c’è sempre qualcuno che studia Torah. Da New York a Gerusalemme”. E come esempio, il rav ha ricordato una sua recente esperienza nella Grande Mela quando, arrivato in tarda serata in città, ha chiesto di essere portato in un Tempio per recitare arvit. “Erano le 22.30 – ha ricordato il rav – e sono entrato in questa sinagoga gigantesca. E con stupore e gioia ho visto tanti gruppi di giovani e uomini che studiavano insieme, fino a tardi, le fonti ebraiche”. In questo, ha sottolineato il rabbino capo, risiede il futuro dell’ebraismo. “Non c’è cosa che mi dia più soddisfazione che studiare la Gemarah”, ha affermato rav Yosef, raccontando la sua recente esperienza a Mosca, tra le mura del Cremlino. “Entrando nel palazzo presidenziale, si rimane colpiti dal lusso, dai marmi, dall’oro. È una bellezza seducente ma di per sé effimera. Che cosa vi lascia? Di fronte a tutto questo, io preferisco una pagina di Gemarah”. Il racconto del rav sulla sua visita a Mosca è poi proseguito con un aneddoto sulla conversazione avuta con il presidente russo Vladimir Putin (che lo scorsa estate aveva ricevuto alcuni Maestri per discutere di antisemitismo). “A un certo punto del nostro incontro, Putin ha iniziato a farmi una lezione di storia, raccontandomi della civiltà greca, di quella romana, di quella egizia ed enunciandomi le loro qualità. Io inizialmente non capivo quale fosse il senso di questo elenco, poi il presidente mi ha chiesto ‘rav, ho una domanda per lei: come mai di tutte queste grandi civiltà l’unica che è riuscita a sopravvivere attraverso i secoli è quella ebraica?'”.
“Prima ancora che potessi rispondere – ha ricordato il rav – il presidente mi ha interrotto e mi ha detto: ‘Glielo dico io: perché voi avete la Torah e i rabbini, i Maestri’. Beh, mi ha stupito molto che qualcuno al di fuori del mondo ebraico avesse capito in modo così chiaro che non c’è popolo ebraico senza Torah”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(28 luglio 2015)