Firenze – La musica che unisce
Sono le 21.30, trenta minuti oltre l’orario di inizio previsto, e c’è ancora gente in coda. Un flusso che cesserà solo a tarda serata, in un giardino della sinagoga gremito e palpitante di entusiasmo, in attesa dell’evento clou della terza edizione del Balagan Cafè: il concerto di Frank London, trombettista e anima dei Klezmatics e uno dei più ammirati e prolifici jazzisti della scena newyorkese contemporanea.
“È un sogno che si realizza” afferma il direttore artistico del festival Enrico Fink, che sugli scalini del Tempio “dialoga” per due ore con l’illustre ospite attraverso voci e strumenti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, altra sua creazione che molti successi ha riscosso in questi anni.
Ed è proprio la multetnicità, l’incontro tra luoghi e tradizioni differenti, e non solo in chiave artistica, a connotare la serata e costituire il filo conduttore di tutto il festival. Lo ricorda la presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, sottolineando l’arricchimento che deriva dalla costruzione di ponti interculturali e il rinnovamento (che ne consegue) della lotta all’odio e al pregiudizio. Una sfida che la Comunità si candida a svolgere da protagonista, anche in vista dell’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica di cui, per il 2015, sarà città capofila.
(Foto di Sergio Servi)