Manduzio…
La piazza dietro la piccola sinagoga di San Nicandro Garganico da ieri è intitolata a Donato Levi Manduzio, la guida spirituale del gruppo di sannicandresi che negli anni tra il 1930 ed il 1950 scelsero l’ebraismo come fede e Israele come luogo di residenza. Alcuni rimasero in paese, accanto al folle visionario che gli insegnò Torà e preghiere in dialetto e da quel nucleo è nata la comunità sannicandrese attuale. Verrebbe da chiedersi perché un Donato Levi Manduzio non sia nato a Milano, a Trieste, a Napoli, a Roma. Perché una tale idea di trascinamento identitario abbia trovato la propria fioritura solo in questo luogo del Gargano, tra mare e collina, al ritorno dal lavoro nei campi, sul far della sera tra aratri e falci e volti solcati dal sole dei lavori agricoli. Verrebbe da chiedersi perché una tale e genuina spiritualità non abbia trovato il proprio luogo di esistenza nei salotti, nelle biblioteche, tra i drappi di una elegante casa in via Della Commenda o in piazza Oberdan o via Dei Mille o in Prati. Verrebbe da porsi tutte queste domande, ma quando pensiamo che in ebraico “luogo”, makom, e Dio sono punti che si sovrappongono comprendiamo che San Nicandro ebraicamente vada difesa nella sua limpidezza e non analizzata come un fenomeno sociale o antropologico.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(31 luglio 2015)