Una storia italiana
Chissà se il discorso di Renzi alla Knesset della settimana scorsa, con il ricordo e il ringraziamento agli uomini della Brigata Ebraica per il loro contributo alla liberazione dell’Italia, potrà aiutare a smorzare le solite infelicissime polemiche che si ripetono alla vigilia di ogni 25 aprile. Forse è lecito sperare che questo ringraziamento pubblico e solenne non potrà essere ignorato. Se non altro è stato sottolineato un aspetto che mi pare non sempre venga colto a dovere: la storia della Brigata Ebraica è parte della storia italiana; anzi, a rigor di logica riguarda l’Italia più di quanto non riguardi Israele, dato che la Brigata ha combattuto in Italia mentre Israele non esisteva ancora. Ricordarla nelle celebrazioni per la Liberazione non dovrebbe essere sentito come un segno di rispetto per la memoria degli ebrei, ma come un doveroso contributo alla memoria di tutti. D’altra parte la celebrazione della Brigata non dovrebbe neppure essere un momento di orgoglio identitario per gli ebrei stessi. Ci saranno molte occasioni nel corso dell’anno in cui parlare del suo ruolo fondamentale per la storia ebraica e del suo contributo alla rinascita delle nostre Comunità. Ma almeno il 25 aprile la storia della Brigata Ebraica è, o per lo meno dovrebbe essere, patrimonio di tutti gli italiani.
Anna Segre, insegnante
(31 luglio 2015)