Montedomini, un appello per la Memoria
Una botola segreta nel bagno del vecchio collegio femminile. Uno sgabuzzino nascosto in un armadio. Luoghi antichi, custodi di una memoria quasi perduta. Su Repubblica Firenze l’emozionante racconto di come le suore di Montedomini avrebbero salvato alcuni ebrei durante la persecuzione nazifascista.
Una storia ancora da scrivere in molte sue pieghe e che mette in gioco diverse professionalità. Unite nella sfida/ambizione di recuperare memorie scritte e orali da parte di chi trovò rifugio e comporre una nuova straordinaria pagina di coraggio.
“Noi stiamo continuando a spulciare il nostro archivio ma ci piacerebbe che questo racconto potesse diventare anche un appello a parenti o ai figli di chi fu forse salvato”, afferma il direttore della struttura Emanuele Pellicanò, interpellato dal giornalista Ernesto Ferrara. Ed è una chiamata cui si uniscono tra gli altri il presidente Luigi Paccosi e l’assessore al sociale del Comune di Firenze Sara Funaro.
“Non la prima missione apparentemente impossibile – si legge su Repubblica – lo sa bene Adam Smulevich, fiorentino, giornalista di Pagine Ebraiche, che proprio in questo modo, appello dopo appello, insieme a Funaro riuscì a provare i salvataggi di Bartali che poi fu riconosciuto Giusto fra le nazioni”.
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(2 agosto 2015)