Oltremare – Terroristi
Per un paio di giorni, nel mezzo di questa estate infuocata di incendi dolosi o naturali, l’oggetto di tutti i nostri pensieri vendicativi è stato un dentista americano che, avendo ammazzato e decapitato un leone, tutti ci auguravamo venisse a sua volta sbranato da una belva a caso della savana. Bei tempi. Luci di scena tutte rivolte verso l’americano post-coloniale che sfoga il suo complesso di onnipotenza contro animali in pericolo di estinzione.
Dopo l’ultimo fine settimana, sembra che in pericolo di estinzione ci sia anche l’equilibrio mentale della società israeliana, che si sveglia troppo tardi a condannare i propri estremismi. Lo ha detto il presidente Rivlin, lo dicono i politici di tutto l’arco parlamentare: gli estremisti ebrei che usano la violenza contro gli altri da loro, sono terroristi ne più e certo ne meno di quei terroristi cui il nostro esercito abbatte la casa dopo un atto di terrore. Come loro, agiscono contro Israele. Molti chiedono adesso un trattamento uguale per i terroristi ebrei, dopo aver visto le facce spavalde dei ragazzini che hanno bruciato la chiesa dei Pani e dei Pesci in Galilea, e gli occhi sbarrati del haredi che ha ammazzato a coltellate una ragazzina ignara e innocente che camminava fra amici in una pacifica manifestazione.
Non abbiamo ancora visto gli assassini di Ali Dawabshe, che avrebbero voluto bruciare vive due intere famiglie (nella seconda casa non c’era nessuno quella notte), ma quando li vedremo sarà come guardare negli occhi il Male, l’Odio in persona, e faremo fatica a riconoscere in loro i figli della stessa Israele nella quale viviamo e cresciamo ogni giorno. Eppure sono qui, da qualche parte fra noi, un cancro che cresce, che nessun dottore ha il coraggio di estirpare perché è chiaro che l’operazione sarà dolorosa e avrà conseguenze su tutto l’organismo. Ma dopo gli attentati vili e razzisti di quest’estate rovente, non c’è più scelta: Israele si sta mettendo il camice e deve prendere il bisturi, con la mano ferma e la consapevolezza che quale che sia il pericolo, non può essere più spaventoso del diventare una società che accetta nel suo seno terroristi ebrei.
Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter @d_fubini
(3 agosto 2015)