Setirot – Razzismo di ritorno
Giorni fa, nella mia rubrica Ponti&Muri su Sette/Corriere della Sera, ragionavo di neorazzismo e di quanto a mio parere il pericolo venga sottovalutato o per nulla individuato da troppi italiani. Scontate le molte lettere di dissenso e insulti, ma tant’è. C’è però una e-mail che voglio riportare perché spiega meglio di complesse analisi come e quanto questo neorazzismo ignorante sia – la storia per la verità dovrebbe avercelo già insegnato – visceralmente legato a pregiudizi antiebraici se non a forme di antisemitismo tout court. La lettera, firmata, è riportata integralmente, eccetto un paio di passaggi rimaneggiati perché altrimenti incomprensibili.
“Ehi Ste, sommessamente, pudicamente, delicatamente, con un sussurro: datti una calmata. non banalizzare i tuoi alati concetti con fascisti-razzisti -xenofobi odianti- smargiassanti-imbarbariti-sogghignanti- barrieristi-dissennati è una litania quasi come “bella ciao” oramai troppo prezzemolata e banalizzata. Citare Mosè non è poi una citazione assennata visto che ha occupato facendo sloggiare gli indigeni nativi come hanno fatto e stanno facendo i suoi propronipoti che ben prima degli ungari hanno costruito un solido e ben cementificato muro”.
E pensare che di fronte al neorazzismo dilagante anche tra noi ebrei c’è chi fa spallucce, o si gira dall’altra parte, o addirittura plaude.
Stefano Jesurum, giornalista
(13 agosto)