Europa, l’incontro dei giovani ebrei.
Temi forti e una nuova leadership
C’è attesa e un pizzico di emozione nella voce di Jane Braden-Golay, presidente della European Union of Jewish Students, nel presentare la Summer University, la convention annuale dell’organizzazione che nei prossimi giorni riunirà più di trecento giovani ebrei delle unioni studentesche di tutta Europa per una settimana, quest’anno in Portogallo, che coincide anche con i suoi ultimi giorni in carica.
Si terranno infatti giovedì le elezioni per il rinnovo della presidenza e del consiglio, ruolo per cui tra gli altri è candidata la presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Talia Bidussa. A sostituire Braden-Golay potrebbero essere invece l’olandese Hester Van Trommel oppure il tedesco Benjamin Fischer.
Quella portoghese è la trentaduesima edizione dell’evento, che unisce programmi educativi e attività di intrattenimento in un’estiva cornice marittima. Dal 1983 la European Union of Jewish Students promuove questo programma “credendo fortemente nel futuro di un ebraismo europeo che dia il suo contributo alla società e sia inclusivo, rafforzando le radici di una gioventù che si trova a confronto con molte battaglie, tra cui quella della discriminazione in tutte le sue forme, e stimolandoli a esprimere e condividere la loro identità ebraica”, sintetizza Jane.
Per lei, svizzera tedesca di Schaffhausen, 26 anni, è la settima volta nel team organizzativo, la seconda al timone. Il suo coinvolgimento con l’EUJS è iniziato infatti proprio con la Summer University nel 2009 in Svizzera: “Mi hanno coinvolta come membro del team locale che affiancava il consiglio – racconta – poi sono diventata consigliera e attivista nei ranghi della ong, che fa da ombrello a 35 unioni con un’attività sia aggregativa sia politica nel campo dei diritti umani, fino a diventare presidente nel 2013”. Oggi la squadra che deve dare vita a “un evento indimenticabile” è internazionale, con membri addirittura provenienti dal Sudafrica, un gruppo di giovani portoghesi e lo staff che lavora tutto l’anno negli uffici di Bruxelles.
Uno delle soddisfazioni maggiori per Jane è quella di aver visto molte persone “entrare in contatto con noi, raccontando di conoscere l’evento per aver sentito parlare di tutti gli incontri che vi si possono fare, della possibilità di entrare in contatto con persone provenienti da tutta Europa”.
È ad esempio il caso di Raquel, portoghese, coordinatrice dell’evento, che dopo aver sentito i genitori parlarne per anni è approdata alla Summer U non appena ha avuto l’età giusta, ricorda Jane.
Significativo anche il programma, che comprende seminari, conferenze e ospiti internazionali. In particolare, Braden-Golay sottolinea la presenza di un percorso tutto dedicato alla leadership, che viene proposto dal 2012, “con l’obiettivo specifico di implementare il coinvolgimento e l’attivismo dei giovani ebrei e di dare loro strumenti pratici per creare un senso di comunità, affiancandoli e offrendo loro supporto nel lavoro che fanno”.
Inoltre, per la prima volta dopo qualche anno, saranno proposte alcune tavole rotonde su temi “che riguardano molto da vicino la vita ebraica in Europa”. Tra questi, un dibattito sarà aperto sulla riabilitazione del termine ‘sionismo’ – il quale, rileva Jane, “ha assunto troppo spesso nella società un significato negativo, influenzando la vita degli studenti ebrei di molti paesi” – ma anche i molti punti interrogativi che riguardano il futuro della vita ebraica in Europa. “Gli oratori chiamati a stimolare il dibattito provengono dagli ambienti più vari, così come i partecipanti alla Summer U e per questo – conclude Jane – avremo modo di affrontare ogni argomento da tutte le possibili angolazioni”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(24 agosto 2015)