I ponti di Firenze – “Diamo l’esempio”
Torna domenica 6 settembre l’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata a “Ponti e AttraversaMenti” e con Firenze città capofila. Abbiamo chiesto di declinare il concetto ad alcuni fiorentini noti per il loro impegno in questo campo. Ecco cosa ci ha risposto Ugo Caffaz, antropologo e coordinatore degli eventi per la Memoria della Regione Toscana.
“Ai tempi di La Pira si usciva dalla guerra. Il mondo era diviso, ma c’era una voglia diffusa di pace. Adesso sembra tutto da buttare via: il terrorismo islamico, i fallimenti dell’Onu, il dramma dei migranti. La partita è complicata, terribilmente complicata. Ma dobbiamo giocarla”. Ugo Caffaz, antropologo e tra i protagonisti della Giornata (il primo settembre parlerà della rivista “Il Ponte” di Piero Calamandrei ed Enzo Enriques Agnoletti), usa una metafora calcistica. Il tema è quello che, da sempre, gli sta più a cuore: studiare il passato, attualizzarne la lezione. Per questo, annuncia, gli appuntamenti toscani del prossimo Giorno della Memoria saranno dedicati ad ‘accoglienza e respingimenti’. Un tema di stringente attualità che parla di ponti mancati e di ponti andati invece a buon fine. Come quelli costruiti dal mondo ebraico italiano, particolarmente attivo in questo senso. “Penso a quanto fatto a Firenze, dove la Comunità ha aperto le porte di un proprio stabile ad alcuni profughi. Oppure alla prova di solidarietà milanese al Binario 21. Piccole cose – afferma – messaggi fortissimi”.
Dall’accoglienza al pieno e reciproco riconoscimento. A Firenze, sostiene Caffaz, ci sono tutte le condizioni per far sì che la città diventi sede permanente del dialogo interreligioso. “Il quadro d’insieme è decisamente invitante, da un punto di vista sia storico che politico. È nel nostro dna. Sta a tutti noi, nessuno escluso, far sì che questa sfida prenda sempre più corpo”. Un impegno che dovrà vedere gli ebrei fiorentini protagonisti: “Non nascondo un certo orgoglio nell’essere stato il primo, anni fa, ad esprimermi a favore di una moschea. È un diritto inalienabile – commenta – e come tale deve essere trattato”.
Quale infine il ponte del cuore? “Ponte Vecchio, l’unico sopravvissuto alla barbarie bellica. Tanti i ricordi e gli aneddoti trasmessimi al riguardo da mia madre”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(24 agosto 2015)