… famiglia
Lo confesso, a me Elton John è sempre piaciuto. Meno mi piacciono, devo ammetterlo, il sindaco Brugnaro e la sua battaglia contro i libri che trattano questioni di gender, famiglie eterodosse e via dicendo. C’è chi vede in questa censura una giusta battaglia per la difesa della famiglia tradizionale, ma c’è un malinteso. Oppure abbiamo semplicemente idee diverse. Non ho mai saputo che la scuola faccia opera di educazione o, peggio, di persuasione affinché i bambini si formino in futuro una famiglia secondo criteri ‘anomali’. Credo invece che la scuola abbia il dovere di insegnare il principio di rispetto e di accettazione dell’altro, a qualunque famiglia appartenga; e i bambini, in classe, le diversità le vedono davanti agli occhi, non gliele si può nascondere. È come se si pretendesse che chiudessero gli occhi davanti al bambino nero o al bambino ebreo che sta seduto accanto a loro. Ed è questo, forse, quello che quei libri intendono insegnare. Se avessero cominciato prima a farlo, e magari li avessero letti anche certi insegnanti, i miei figli non sarebbero stati costretti, da gente come il sindaco Brugnaro, a vedersi costruire alberi di natale e presepi in classe anche nelle ore di didattica non religiosa. E in una classe uguale per tutti non ci sarebbero i crocifissi appesi alla parete. Così come non dovrebbero esserci nelle aule dei tribunali. D’altronde, si sa che la maggioranza le regole se le costruisce da sola, ad hoc. E di volta in volta le applica o le abroga, secondo convenienza. Ma non è la cultura della maggioranza a dover essere difesa, bensì quella della minoranze. La maggioranza ha sempre saputo difendere da sola, e con grande efficacia, la propria ideologia.
Dario Calimani, anglista
(25 agosto 2015)