Roberta Ascarelli a Villa Sciarra
“Rilancio gli Studi Germanici”
Scherza sul suo “primo giorno di scuola” Roberta Ascarelli, neoeletta presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici su indicazione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Un incarico che viene affrontato con entusiasmo e orgoglio, anche in virtù della storia di successo che caratterizza uno dei dodici enti di ricerca ministeriali. L’unico, sottolinea, “che si occupa di letteratura e studi umanistici”.
Ordinario di letteratura tedesca all’Università di Siena, Ascarelli ha avuto esperienze di studio e di insegnamento anche a Vienna, Toronto, Rochester, Harvard e Bonn, tra le altre cose nel campo della letteratura ashkenazita e di quellla yiddish. È inoltre docente al master in Cultura Ebraica e Comunicazione e al diploma triennale in Studi Ebraici dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Il suo è dunque uno sguardo ampio, che si protende anche sui progetti per l’Istituto: “Intendo mantenerne e ampliarne la vocazione internazionale – afferma – ma anche la sintesi tra modernità e tradizione che lo rendono unico, facendo sì che costituisca una traccia cosmopolita ed ebraica nel cuore di Roma, un luogo di cultura e mediazione”. Quella della stessa Villa Sciarra, lo splendido edificio sul Gianicolo dove ha sede l’Istituto, è del resto una storia ebraica: la villa e l’elegante parco che la circonda, oggi appartenenti allo Stato italiano, sono l’eredità di Henriette Wurts-Tower, vedova del diplomatico americano con origini ebraiche e mitteleuropee George Washington Wurts. Alla morte del marito, Henriette lasciò Villa Sciarra a condizione che fosse aperta al pubblico e diventasse sede di un centro culturale di studi per rinsaldare i legami di conoscenza tra Italia e Germania. Così dal 1931 ospita l’Istituto con la sua biblioteca di 80.000 volumi, che dal 1935 pubblica anche la rivista Studi Germanici e oggi finanzia il lavoro di giovani ricercatori.
Un impegno, quello di offrire possibilità di studio ai giovani evitando fughe di cervelli dall’Italia, a cui Ascarelli tiene particolarmente, così come alla volontà di affiancare il lavoro di ricerca filologica con iniziative che aprano le porte dell’Istituto anche ai non addetti ai lavori. “Desidero promuovere occasioni di incontro e di dibattito che interessino non solo i germanisti ma anche un pubblico più ampio, per affrontare i grandi temi che riguardano la Germania di oggi. Perché fare un discorso sulla Germania – spiega Ascarelli – significa fare un discorso sull’Europa e dunque sul nostro futuro”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(25 agosto 2015)