Le tre esse di Ipanema:
sole, spiaggia, sinagoga

ipanema Spiaggia bianca, mare cristallino, cocktail colorati e tramonti mozzafiato. La lunga spiaggia di Ipanema sulla costa brasiliana di Rio de Janeiro accoglie ogni giorno viaggiatori alla ricerca di un paradiso perduto e autoctoni mondani. Ma nel caldo inverno di agosto la festa continua anche per chi si lascia alle spalle la distesa di ombrelloni e si avventura nelle strade interne del celebre barrio, dove si gioisce per l’inaugurazione di una nuova grande sinagoga, chiamata “Edmond Safra” dal nome del filantropo la cui fondazione ha finanziato la costruzione.
C’erano 1200 persone il giorno dell’apertura, celebrata con balli, canti e commenti entusiasti. Il nuovo edificio, che contiene 400 posti, nasce per sostituire una sinagoga più piccola già esistente, e la sua costruzione costituisce secondo una frequentatrice “un evento storico”. In effetti, ci sono voluti più di venticinque anni per ultimarla, e i suoi muri sono composti da pietre bianche fatte arrivare direttamente da Gerusalemme.
ipanemashul La sinagoga precedente, chiamata Agudat Israel, era stata costruita negli anni ’70 sul retro di un altro edificio. La comunità che la frequenta è di circa un migliaio di famiglie, prevalentemente di origine sefardita, provenienti da Siria e Libano. “La richiesta da parte della popolazione ebraica risiedente nel quartiere e nei dintorni era troppo alta rispetto alla capacità dell’edificio, e così si è deciso di aprire un nuovo centro proprio a Ipanema”, spiega il presidente Moises Balassiano. A Rio de Janeiro risiedono circa 30 mila ebrei e in particolare il quartiere di Ipanema è sede di una comunità ebraica molto attiva. Da un anno, così come il barrio confinante di Copacabana, è anche delimitato da un eruv, per permettere il trasporto durante lo Shabbat. “La nostra comunità sta crescendo e questa grande sinagoga è la prova del fatto che il nostro ebraismo, con la sua storia e le sue tradizioni, vive e si perpetua”, commenta un frequentatore della sinagoga in un video. “Frequento la sinagoga da undici anni – aggiunge poi un ragazzo – e vederla crescere è un’emozione”.
Il nuovo complesso è infatti un vero e proprio centro ebraico, e il complesso di circa 1800 metri quadrati – il cui sito è stato scelto da Safra stesso nel 1999, l’anno della sua morte – include tra le altre cose un mikveh, un bagno rituale, una sala comune, un beit hamidrash e delle aule, e un’area ricreativa. Dal punto di vista architettonico e decorativo la sinagoga, che presenta comunque classiche sedie bordeaux e decori eleganti, mantiene un occhio di riguardo anche per l’ecologia, utilizzando legno riciclato e luci a led. Il responsabile del progetto Daniel Pels spiega infatti che, accanto al mantenimento di tutti gli elementi tradizionali della religione, si è cercato di puntare anche sull’innovazione, ma soprattutto sulla positività.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(26 agosto 2015)