I ponti di Firenze – “Oltre la superficie”

maria carratùTorna domenica 6 settembre l’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata a “Ponti e AttraversaMenti” e con Firenze città capofila. Abbiamo chiesto di declinare il concetto ad alcuni fiorentini noti per il loro impegno in questo campo. Ecco cosa ci ha risposto Maria Cristina Carratù, giornalista e fondatrice dell’associazione Dialoghi

“C’è un rischio, che vedo ormai strutturato: quello di illudersi che siccome si è ‘belli’ non sia necessario andare oltre la superficie. Oggi invece una proposta interessante deve tener conto del postmoderno e farsi luogo di incontro e crocevia di complessità. Se non c’è questo sforzo, la bellezza diventa una palla al piede”.
Giornalista da sempre impegnata nel dialogo interreligioso, Maria Cristina Carratù ha una visione critica dell’offerta fiorentina. Non bastano i grandi eventi, non bastano i grandi convegni. Serve un lavoro quotidiano più assiduo altrimenti, avverte, “i problemi rischiano di restare sotto al tappeto”.
La sfida dell’Associazione Dialoghi, nata nel 2007, è quella di rafforzare un tavolo di confronto che metta in luce le diversità e i temi su cui le religioni possono più facilmente entrare in conflitto.
“Il ‘fair play’ del dialogo non ci ha mai convinto – dichiara Carratù – il nostro obiettivo è quello di far emergere le problematiche e allenarci a capire le ragioni dell’altro, il punto di non arretramento”. Solo così sarà autentico dialogo. Perché il dialogo, sostiene la giornalista, “è guardarsi negli occhi, accettarsi per quello che si è”.
C’è un ponte che più di ogni altro rappresenta per Carratù l’essenza dell’incontro tra diversi. È il ponte alle Grazie, sulle cui pigne un tempo sorgevano dei casottini, che erano diventati piccoli eremi di preghiera popolati da personaggi ‘strani’. Diverse sensibilità, che cercavano il loro spazio nel luogo maggiormente deputato al passaggio di gente. “È suggestivo immaginare come queste persone avessero bisogno di abitare dove si deve per forza camminare. Quasi che – sottolinea – sentissero l’esigenza di essere attraversate”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(27 agosto 2015)