“Caro Bibi, rappresenti Israele.
E quindi mangia come si deve”
Code di scampi dorate, cipollotto appena scottato. Maialino di razza mora romagnola con melanzane. Piccione in tegame con fagioli freschi all’uccelletto. E ancora, tra le proposte della casa, agnolotti di patate e pesto con calamaretti al vino bianco, fusilli al ferretto con intingolo di lumache, coniglio alle olive taggiasche.
Sono alcune voci del menu a tre stelle Michelin dell’Enoteca Pinchiorri, ristorante fiorentino tra i più noti e prestigiosi al mondo che sabato sera, una volta concluso il vertice in Palazzo Vecchio, ha accolto per una cena privata i primi ministri d’Italia e Israele. Con Renzi la moglie Agnese, con Netanyahu la consorte Sara. Vini pregiatissimi ad innaffiare l’incontro (dal 1984 la cantina è nella parte alte della classifica internazionale stilata dal Wine Spectator). In cucina gli chef Annie Feolde, Italo Bassi e Riccardo Monco: un trio che è alla base dei molti successi conseguiti in questi anni dallo storico locale di via Ghibellina e dal suo proprietario, l’imprenditore, enologo e gastronomo Giorgio Pinchiorri.
Cena ad altissimo gradimento da parte di tutti i protagonisti, ma che non ha mancato di suscitare alcune polemiche negli ambienti ultraortodossi, che stanno ponendo l’accento sull’inopportunità, da parte del primo ministro israeliano, di sedere alla tavola di un ristorante che non solo non rispetta le norme della Casherut, ma che ha nella sua offerta una vasta gamma di portate proibite dalla Legge ebraica. Tra cui quelle sopra elencate.
Le prime reazioni appaiono su siti israeliani appartenenti al mondo haredi. “Il rappresentante ufficiale dello Stato ebraico non dovrebbe mangiare in un ristorante di questo tipo. È un fatto da biasimare”, affermano alcuni. “Chi considera se stesso il principale alleato dei partiti ortodossi dovrebbe essere più prudente e attento a queste tematiche”, incalzano altri. Una polemica, dunque, che appare destinata a non esaurirsi così facilmente.
Non è la prima volta che l’ebraismo ultraortodosso punta il dito contro le scelte alimentari di Bibi. Nel settembre dello scorso anno, ad esempio, fu osteggiata la sua decisione di mangiare nel ristorante newyorkese del re dei casinò Sheldon Adelson, non certo un paladino della Casherut. Tanto che ci fu chi scrisse su un’importante testata di riferimento della galassia haredi: “Assenza totale di sensibilità. Il primo ministro ebreo di Israele cena con Adelson in un ristorante dove si serve maiale”.
A poco servì la successiva precisazione di Netanyahu: “Ho ordinato una braciola di vitello”. La frittata a quel punto era stata fatta.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(31 agosto 2015)