Storie – Siamo qui
solo di passaggio
Quando nel giugno del 1940 l’Italia entrò in guerra, il regime fascista inasprì le misure persecutorie nei confronti degli ebrei. Tra i primi provvedimenti adottati, vi fu l’arresto e l’internamento in appositi campi o luoghi di confino di oltre 6 mila ebrei stranieri o apolidi residenti in Italia e di centinaia di ebrei italiani considerati “pericolosi”.
Nell’ultimo ventennio, a livello locale, si è cercato di ricostruire tramite ricerche d’archivio e interviste ai protagonisti dell’epoca le vicende individuali degli internati, molti dei quali poi finiti nel tunnel della morte dei lager nazisti.
L’ultima pubblicazione al riguardo, intitolata “…Siamo qui solo di passaggio”, è quella dell’Associazione il Fiume-Stienta, a cura di Maria Chiara Fabian e Alberta Bezzan, che hanno raccontato la storia degli ebrei internati in 20 comuni del Polesine, in provincia di Rovigo, per i tipi della casa editrice Panozzo di Rimini.
Il titolo riprende la frase dell’ultimo biglietto scritto da Werner Schlòss, giovane ebreo viennese internato a Fiesso Umbertiano con i genitori, prima di essere caricato sul treno piombato per Auschwitz. Lo scriveva agli amici Aldo e Mario Bombonati, che lo avevano accolto nella loro casa di campagna, profugo e fuggiasco dalla furia nazista, dal campo di Fossoli. Werner e i genitori vennero deportati e furono tra le vittime della Shoah italiana.
Il libro si avvale della grande mole di dati raccolta meritoriamente a livello locale da Luciano Bombarda e da altri appassionati. Un modo per contribuire a non perdere la memoria di quei giorni tristi e tragici.
Mario Avagliano
(1 settembre 2015)