Firenze e l’emergenza profughi
“Ottima la risposta della città”
“La lezione di La Pira? È ancora viva, nella politica e tra la gente comune. E di conseguenza facilita un certo tipo di lavoro. Anche sul fronte della solidarietà”.
Assessore comunale al welfare e alle pari opportunità, Sara Funaro considera i “ponti” – filo conduttore di questa Giornata Europea della Cultura Ebraica – una sfida ineludibile. Sia nei rapporti tra identità religiose, che a Firenze sembrano convivere più facilmente che altrove, sia a confronto con il tema caldo di questa estate, che la investe direttamente nel suo incarico pubblico: l’accoglienza dei migranti in fuga da guerre, miseria, povertà.
“Firenze è molto sollecitata – osserva Funaro – e in linea di massima sta affrontando bene l’emergenza”. La sfida più delicata? Gestire i rapporti tra fiorentini e profughi, facendo passare il messaggio che l’accoglienza niente toglie alla collettività da un punto di vista economico e sociale. Con il radicamento di questa consapevolezza, sottolinea l’assessore, “tutto diventa più facile”.
C’è una strada privilegiata per implementare l’obiettivo. E passa, spiega Funaro, dal coinvolgimento dei profughi in iniziative concrete per la tutela del bene collettivo: dall’affiancamento agli Angeli del Bello al contributo che i migranti hanno offerto in occasione di alcune recenti emergenze. Come nel caso dell’uragano che appena poche settimane fa ha devastato parte dei lungarni.
La mobilitazione mette in gioco diversi mondi e diversi soggetti. Le istituzioni, l’associazionismo, singoli individui. Segnali importanti stanno arrivando anche dalle comunità religiose, tra cui quella ebraica, che stanno rispondendo con generosità e costanza agli stimoli di Palazzo Vecchio. “Non sono sorpresa. Certe sensibilità – commenta Funaro – sono radicate nel tessuto locale e nel cuore delle persone”.
L’assessore porta l’esempio del Fiorino d’Oro che il sindaco Nardella ha voluto conferire ai leader religiosi fiorentini come primo atto del suo mandato. Un riconoscimento simbolico, che vuole marcare i risultati già conseguiti in questo ambito ma al tempo stesso costituire un impegno per raggiungere traguardi e concretezze ancora da consolidare.
“Il lavoro da fare è ancora tanto – sostiene Funaro – ma questa è davvero la città giusta per dettare l’agenda. Vale per il dialogo interreligioso, ambito in cui è allo studio la possibilità di istituire una scuola permanente che educhi alla piena e reciproca comprensione, ma anche per tanti altri orizzonti di stringente attualità. Pensiamo ancora ai profughi e alla risonanza internazionale ottenuta dalle iniziative della Giornata Mondiale del Rifugiato dello scorso luglio. Firenze è patria di vicende memorabili e di valori profondi, non dobbiamo mai dimenticarcene”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(4 settembre 2015)