Qui Firenze – “La sfida è il Tikkun Olam”
“Cos’è un ponte? È la nostra capacità di relazionarci con gli altri, mantenendo forte la nostra identità. Altrimenti il rischio è l’appiattimento”. Sara Cividalli, presidente della Comunità ebraica fiorentina, descrive con questa immagine la sfida della sedicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata al tema ‘Ponti e Attraversamenti’ e con il capoluogo toscano città capofila per il 2015. Simbolo di questa edizione, che il presidente UCEI Renzo Gattegna ha scelto di dedicare al dramma dei profughi, è per Cividalli il cancello aperto all’ingresso della sinagoga di via Farini. Un simbolo importante, il simbolo di una Comunità protesa verso l’esterno, “attiva e vitale, con una scuola materna, con ragazzi che studiano”. E costruire ponti significa anche fare “Tikkun Olam”, riparare il mondo. Partendo dalle cose semplici. Come il concetto evocato alcuni giorni fa dal rav Pierpaolo Punturello sul nostro notiziario quotidiano. “Salutammece”, salutiamoci. “L’altro bisogna riconoscerlo e vederlo. Salutiamoci, appunto” l’invito della Cividalli nella sinagoga gremita. Nel pubblico, tra gli altri, i consiglieri UCEI Dario Bedarida, Anselmo Calò e Giorgio Giavarini.
Tanti i segnali positivi che arrivano da questa Giornata. A indicarli il rabbino capo Joseph Levi, che cita la presenza di molteplici rappresentanti religiosi (nel corso della giornata le visite, tra gli altri, dell’arcivescovo Giuseppe Betori, dell’imam Izzedin Elzir e dell’ex ministro Valdo Spini per la comunità valdese) e dell’ambasciatore iracheno, invitato dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia a visitare lo stand “spazi di incontro” che getta una luce sul lavoro di recupero di alcuni patrimoni dell’umanità come sfida che accomuna tutti i popoli senza distinzione di etnia, cultura, religione. “Iniziative come quella odierna ci rassicurano e danno continuità a quello che è tradizionalmente l’orizzonte fiorentino. Si pensi a La Pira – dice il rav – e a tutti coloro che hanno agito in quel solco”.
Fare ponti è anche creare i presupposti per l’accoglienza. Una sfida quanto mai attuale, come ricordato ieri sera dal vicepresidente UCEI Roberto Jarach nel portare la propria testimonianza da vicepresidente del Memoriale della Shoah di Milano. L’esempio che arriva da Binario 21, dove ad oggi sono stati ospitati più di 2mila profughi, dà il senso della centralità di questo tema nel mondo ebraico italiano: Jarach lo ha affermato con chiare parole. “Voltare le spalle non è un’opzione contemplabile. Oggi come allora. Al Memoriale – il suo appunto – lo abbiamo segnalato chiaramente, con la grande scritta ‘Indifferenza’ suggeritaci da Liliana Segre che accoglie tutti i visitatori”.
Sulle stesse tematiche l’intervento dell’assessore comunale all’integrazione Sara Funaro, che ha letto un messaggio di saluto del sindaco Dario Nardella e tracciato poi la sfida di una città storicamente protesa all’incontro. “Firenze è una città dell’accoglienza, una città a porte aperte” ha sottolineato ricordando il contributo offerto dalla stessa Comunità ebraica fiorentina, che ha messo a disposizione dei profughi un proprio appartamento.
“Ponti e AttraversaMenti: un tema che ci coinvolge tutti” ha spiegato il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, sollecitando l’impegno dell’intera collettività a difesa dei valori fondamentali della civiltà europea. Valori come quello della Memoria, richiamato dall’assessore regionale Monica Barni. “La nostra città ospiterà presto il Memoriale italiano di Auschwitz. Quel luogo, un ponte anch’esso, dovrà diventare un luogo di riferimento per i diritti umani”, ha detto Barni.
“Oggi dobbiamo essere tutti uniti. Uniti contro l’odio e l’antisemitismo”, il monito del ministro consigliere dell’ambasciata israeliana Rafael Erdreich.
Fittissima l’agenda di queste ore. Ieri sera l’apertura ufficiale della Giornata, con la proiezione di un suggestivo lavoro animato sulla storia degli ebrei fiorentini realizzato dalla società Frankestein con testi di Laura Forti e musiche di Enrico Fink e il documentario Ye Shanghai di Roberto Paci Dalò.
Oggi, dopo gli interventi ufficiali, un breve concerto sulla scalinata del Tempio curato dal conservatorio Cherubini, seguito da un approfondimento sulle delizie della cucina casher (“Un ponte con Gerusalemme”) in compagnia dello chef israeliano Moshe Basson e con il supporto di Sandro Picchi e Jean-Michel Albert Carasso. Nel pomeriggio il convegno di ampio respiro “Ponti e ponti mancati-Tikkun: riparare il mondo”. La prima parte, moderata dalla giornalista UCEI Ada Treves, vedrà gli interventi di Riccardo Calimani, Joseph Weiler e rav Joseph Levi. La seconda, moderata da Wlodek Goldkorn, sarà invece animata da Gyorgy Konrad, Assaf Gavron e Giacoma Limentani. Sempre nel pomeriggio la presentazione del libro “Con lo sguardo alla luna, percorsi di pensiero ebraico” (ed. Giuntina) del rav Roberto Della Rocca e un laboratorio per bambini sull’alfabeto ebraico con Matteo Corradini.
Conclusione di Giornata con apericena e concerto del gruppo folk A-Wa.
a.s twitter @asmulevichmoked
(6 settembre 2015)