Lavoriamo insieme
Con una fortunata definizione ottocentesca la Chiesa Valdese fu definita ‘L’Israele delle Alpi’. Convergevano in questa definizione il paragone della storia delle personalità che guidarono la lunga resistenza valdese con quella dei profeti e dei giudici di Israele, la fedeltà al testo biblico e la valorizzazione nella Bibbia anche dell’Antico Testamento, il tema del Patto con Dio che è così forte nelle rispettive tradizioni.
Sono quindi particolarmente lieto che la Chiesa Valdese di Firenze mi abbia delegato a portare questo saluto.
Ciò mi consente di ripetere una consuetudine di amicizia e collaborazione sia con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che con la Comunità ebraica fiorentina. Ricordo le comuni battaglie per l’attuazione dell’art.8 della Costituzione mediante le Intese con le nostre rispettive Chiese, e qui faccio un nome per tutti, quello di Tullia Zevi. Ricordo le battaglie tuttora in corso per una legge quadro sulla libertà religiosa, che vede meritoriamente l’Unione delle Comunità Ebraiche schierata con chiarezza a favore.
Ma oggi questo piacere è tanto più grande per l’importanza del titolo di questo appuntamento delle Giornata della Cultura Ebraica, che a Firenze ha rivestito una dimensione non solo nazionale, ma addirittura europea. Un onore per il nostro paese, un onore per Firenze città del dialogo.
Vicino alla lapide che ricorda la vergogna della deportazione degli ebrei fiorentini (311 vennero deportati, solo quindici ritornarono indietro) si è aperta una Giornata che si è voluto significativamente intitolare: “Ponti & AttraversaMenti”. Un dono fatto alla nostra comunità italiana e alla nostra comunità fiorentina. E a questo messaggio ci uniamo per lanciarlo insieme.
Fu un laico come Piero Calamandrei a fondare a Firenze nel 1945 una rivista che volle chiamare “Il Ponte”. Fu un cattolico dalla fede di Giorgio La Pira che volle Firenze come città del dialogo dei tre monoteismi con i suoi Convegni sul Mediterraneo già negli anni cinquanta. Fu, nel nostro ambito valdese, da Firenze che il pastore Tullio Vinay, “riconosciuto Giusto tra le Nazioni” per la sua attività di salvataggio degli ebrei nella nostra città, si mosse con la collaborazione degli architetti fiorentini Leonardo Ricci, Gianni Koenig e Claudio Messina per costruire Agàpe, il villaggio dell’amore fraterno, dell’amore di Dio verso il mondo.
Il mondo infatti: mi permetto a questo proposito di citare una frase della recente enciclica di Papa Francesco, Laudato sì: “Per la tradizione giudeo-cristiana dire creazione è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato”.
Questo progetto dell’amore di Dio oggi è insidiato da due nemici: le diseguaglianze e i conflitti.
Questo è del resto il messaggio delle grandi migrazioni che a buon diritto possiamo chiamare bibliche. Milioni di uomini e di donne che si ribellano pacificamente ma decisamente ad un destino di emarginazione o di conflitto. Non lo vogliono. Se ne vanno anche a prezzo della vita.
Ecco perché le nostre fedi religiose hanno un grande ruolo non solo per le nostre coscienze, ma per la società in cui viviamo.
“La pace sarà l’effetto della giustizia”, diceva il profeta Isaia, e dobbiamo tutti insieme ricordarlo.
Ma di fronte ai conflitti che si agitano così pericolosamente nel mondo, noi dobbiamo dire un no fermo al fatto che violenza e prevaricazione vengano predicate in nome di una fede religiosa. È un no comune alto e forte che dobbiamo dire.
E questo significa altresì tolleranza: sono tra quelli che all’inizio di quest’anno hanno marciato a Parigi con una immensa folla di popolo alla manifestazione di solidarietà per le vittime di Charlie Hebdo e del supermercato casher della Porte de Vincennes.
Ma allora dobbiamo gettare coraggiosamente ponti e costruire alacremente collegamenti cominciano proprio dalla cultura. Voi oggi mettete la cultura, la vostra cultura, la vostra tradizione al servizio di quest’opera indispensabile e fondamentale. E noi questi ponti, questi collegamenti vogliamo realizzarli insieme.
Valdo Spini
(7 settembre 2015)