La guerra in Siria
e l’intervento francese

rassegna La Francia si prepara a colpire le milizie dello Stato islamico in Siria. Ad annunciarlo il presidente francese François Hollande: “Vogliamo sapere cosa si prepara in Siria contro di noi”, ha dichiarato Hollande. La missione francese si aprirà oggi con una ricognizione del territorio, poi, “secondo le informazioni che raccoglieremo, potremo condurre dei raid”. Si tratta di un radicale cambio di rotta per Parigi, che fino a poche settimane fa considerava i raid aerei in territorio siriano una mossa da evitare in quanto potenzialmente a favore di Bashar al-Assad. La Gran Bretagna invece, lontano dai riflettori si sarebbe già mossa: da Londra, l’ammissione di aver effettuato il 21 agosto un primo raid in Siria, utilizzando un drone, che avrebbe ucciso tre esponenti del Califfato. Diversa la posizione italiana con Roma, come riporta La Stampa, contraria a singoli interventi di ciascuno Stato. Il premier Matteo Renzi ha ribadito che l’Italia non si accoderà a questa strategia, chiedendo un progetto di intervento condiviso da tutta la comunità internazionale.

Israele, morta anche la madre del piccolo Ali. Il Corriere della Sera, in una breve, e Avvenire raccontano le manifestazioni di rabbia e protesta nel villaggio palestinese di Duma, in Cisgiordania, esplose nel corso dei funerali di Reham Dewabsheh, l’ultima vittima del rogo appiccato lo scorso 31 luglio all’abitazione della famiglia Dewabshesh. Secondo le autorità di Gerusalemme, i responsabili sono legati agli ambienti estremisti israeliani e il presidente Rivlin aveva definito l’attentato come “terrorismo ebraico”. La donna è deceduta per le ustioni riportate, così come il marito Saed e il figlio di 18 mesi Ali.

Profughi, il nuovo piano Ue. È prevista per questa sera la firma alla Commissione Europea di una nuova proposta che modifica il patto europeo sull’asilo e stabilisce nuove quote di distribuzione dei migranti. Non sarà dunque più possibile respingere le quote di migranti assegnate dalla Commissione che – sintetizza tra gli altri il Messaggero facendo un punto della situazione europea – chiede a Germania e Francia di accogliere la metà dei 120 mila profughi da ricollocare. Grecia, Ungheria e Italia dovranno invece redistribuire sul territorio Ue rispettivamente 66 mila, 54 mila e 40 mila rifugiati. Toccherà poi ai ministri degli Interni dell’Unione Europea approvare il pacchetto di misure nel consiglio straordinario di lunedì.

La solidarietà tedesca. Ringraziando i tedeschi che “hanno offerto un’immagine del nostro Paese che ci rende orgogliosi”, la cancelliera Angela Merkel ha annunciato lo stanziamento da parte del governo della Germania di sei miliardi di euro di aiuti destinati all’accoglienza dei migranti, distribuiti tra stati e comuni e programmi federali di assistenza. La Stampa riporta che nel corso di un colloquio telefonico il premier italiano Matteo Renzi ha manifestato apprezzamento per le posizioni tedesche in materia di immigrazione: “C’è un cambio di passo significativo”, ha commentato.

Il muro d’Ungheria. È ancora caos in Ungheria, dove il ministro della Difesa Csaba Hende è stato costretto alle dimissioni dal premier Victòr Orbàn per non aver terminato il muro anti-migranti al confine con la Serbia, e rimpiazzato con Istvan Simicsko, ex ministro dello Sport. La decisione ha seguito nuovi disordini alla frontiera, dove centinaia di migranti sono riusciti a rompere tra i tafferugli la morsa degli agenti per raggiungere una stazione e partire alla volta di Austria o Germania. A fare il punto della situazione nel paese è Avvenire.

Salvini: “Renzi è un verme”. “Un presidente del Consiglio che usa un bambino di tre anni morto su una spiaggia per fare campagna elettorale dal mio punto di vista è un verme”. È questo l’ultimo attacco del leader leghista Matteo Salvini – riportata tra gli altri dal Corriere della sera – in relazione alla decisione di Matteo Renzi di mostrare una gigantografia con l’immagine del piccolo Aylan, ritrovato morto sulla spiaggia di Bodrum, nel suo discorso alla Festa dell’Unità a Milano. Insorge il Partito Democratico, e tra gli altri a Salvini ha risposto il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Salvini dopo aver usato tutte le vittime di questo Paese finge di scandalizzarsi per una foto. Verme è chi il verme fa”, le sue parole.

Rabin, The Last Day. I giornali italiani dedicano ampio spazio al film “Rabin, The Last Day” del regista israeliano Amos Gitai, documentario che ricostruisce la storia dell’assassinio del primo ministro Yitzhak Rabin avvenuto a Tel Aviv il 4 novembre 1995. Alla proiezione ieri in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, preceduta da un minuto di silenzio per la morte della palestinese Reham Dewabsheh, ha presenziato l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un film che, commenta Maurizio Molinari su La Stampa, pone gli interrogativi irrisolti sulla vicenda e propone “una denuncia dell’estremismo ultra-nazionalista ebraico molto d’attualità in Israele”. Il Corriere della sera pone invece l’accento sul ruolo controverso che da quanto emergerebbe dalla pellicola avrebbe esercitato l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu nelle manifestazioni di quei giorni, riportando le parole di Fiamma Nirenstein, da lui indicata come futura ambasciatrice israeliana in Italia: “È insensato sostenere che Netanyahu abbia avuto parte, sia pure ideologica, nell’omicidio di Rabin”.

Le analisi di Nouriel Roubini. Avvenire dedica ampio spazio all’analisi dell’economista Nouriel Roubini, che all’evento di apertura del World Expo mission del Keren Hayemeth LeIsrael ha offerto la sua chiave di lettura sugli eventi che occupano le cronache di queste settimane.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(8 settembre 2015)