La Storia è cambiata

zevi Quando cadde l’Impero romano, nell’anno 476 dell’era volgare, nessuno se ne rese conto. Allo stesso modo, né Cristoforo Colombo né i contemporanei seppero di aver scoperto l’America e di aver così cambiato il corso della Storia. E pochi anni prima, gli abitanti di Bisanzio non pensarono che l’Impero d’Oriente fosse effettivamente crollato. In altre parole, furono gli storici a individuare queste “fratture” (Walter Benjamin) nella sequenza degli avvenimenti, ad annodare il filo della storia in date divenute convenzionali.
È stato detto che nella contemporaneità, invece, la percezione della rottura è netta, dovuta in primo luogo all’evidenza delle immagini. L’11 settembre 2001 ognuno comprese che qualcosa stava cambiando, che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Non ne ho memoria precisa, ma presumo che altrettanto accadde con la caduta del muro di Berlino, che non a caso ispirò la “fine della storia”. Vale lo stesso per la foto del piccolo Aylan sollevato esanime dalla spiaggia di Bodrum?
Tutto è stato scritto su quegli scatti. C’è chi ha affermato che il nostro sgomento è merito dei vestiti del bimbo, eleganti e curati, e della sua carnagione: ci è parso più simile di un bimbo di colore coperto di stracci. Rimane un dato di fatto. Da trent’anni circa muoiono nel mar Mediterraneo sei/sette persone al giorno nel tentativo di raggiungere l’Europa (senza contare quelli che sfuggono alle statistiche); abbiamo guardato senza impazzire corpi asfissiati nelle stive e nei cassoni dei camion; le salme di adulti e bambini estratti dall’acqua; uomini schiacciati dalle ruote dei tir a cui erano appesi o bruciati tra i motori che li avevano nascosti.
Quando però sembrava che il peccato dell’indifferenza fosse endemico, ecco l’imprevedibile. Quella foto – ma forse è solo una coincidenza – rivoluziona il corso della Storia. L’indignazione vera e tardiva delle persone comuni scuote i governanti ciechi e li spinge ad agire. La parola ‘profugo’ sbaraglia la concorrenza subdola e perniciosa di ‘clandestino’ (cui pateticamente si attacca Salvini). Le colonne di automobili guidate da austriaci e tedeschi sospingono la politica a riscattarsi e scacciano via una memoria sinistra fatta di ‘quote’, mentre un vero e proprio Esodo si staglia all’orizzonte (seicento mila i figli d’Israele che uscirono dall’Egitto, ottocento mila in un anno i profughi accolti da Angela Merkel).
La Storia è cambiata e non sarà un pranzo di gala. Nessuno ci assicura che non assisteremo a violenza e barbarie ancora miracolosamente assenti. A noi la responsabilità gigantesca di essere all’altezza.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi