Rosh Hashanah 5776
Contro l’indifferenza

foto gattegnaLa solennità ebraica di Rosh Hashanah celebra la Genesi, l’inizio, la creazione dell’universo e dei primi esseri umani ai quali D. stesso infuse la vita.
Tale inizio costituisce inequivocabile conferma che tutti gli esseri umani discendono dall’unica coppia originaria composta da Adamo e Eva e rimangono legati da un vincolo di fratellanza quindi sono tutti titolari degli stessi diritti, degli stessi doveri e della stessa libertà.
Il genere umano non sempre ha fatto un buon uso della libertà che gli stata conferita e la storia dell’umanità è fatta di un alternarsi di epoche di progresso ed altre di regresso, di periodi di pace ed altri di feroci e disumani conflitti. Nel corso dell’anno che sta per chiudersi siamo stati costretti ad assistere impotenti all’espansione del dominio di gruppi che propongono l’esaltazione della morte di chiunque professi idee o religioni diverse. 

La festa di Rosh Hashanah segna l’inizio di un periodo di dieci giorni durante il quale tutti sono tenuti a compiere un profondo esame di coscienza circa i comportamenti tenuti nell’anno trascorso allo scopo di proseguire e incrementare le cose positive e a emendare quelle negative. Ma in un periodo come quello attuale di così grandi sconvolgimenti, tante morti, tante sofferenze e tante ingiustizie, nessuno può limitarsi ad analizzare solo il proprio comportamento individuale; ogni valutazione e ogni giudizio sulle cause e sulle conseguenze deve essere allargato e prendere in considerazione anche il ruolo che ognuno svolge nell’ambito della società.

Oltre alle responsabilità individuali è necessario che ognuno si domandi se è stato positivo e corretto il ruolo che ha svolto nell’ambito della collettività alla quale appartiene. A questa esigenza nessuno può sottrarsi, né i comuni cittadini, né tantomeno coloro che svolgono funzioni di rappresentanza pubblica o di governo. Soprattutto è necessario che da parte di tutti venga respinta la tentazione di rimanere immobili, silenziosi e indifferenti mentre tutto intorno dilagano violenze e ingiustizie.

L’indifferenza e l’opportunismo sono i pericoli più grandi, voltare la testa dall’altra parte e far finta di non vedere è l’atteggiamento più facile e più comodo, ma anche il più deleterio. Nel prossimo anno 5776 che sta per iniziare sarà necessario che ognuno svolga fino in fondo il proprio dovere e si impegni con tutte le proprie forze nella conquista di una pace che potrà essere solida ed eticamente fondata solo se basata sulla libertà, l’eguaglianza e la fratellanza.

Renzo Gattegna
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane