J-Ciak – Amy & Amy

amy schumer Amy vi straccerà il cuore, un’altra Amy ve lo rimetterà in sesto. Le due sono Amy Winehouse ed Amy Schumer, che oltre al nome condividono un comune background ebraico e una doppia uscita nelle sale italiane. Da oggi sul grande schermo ci sono “Amy – The Girl Behind the Name” di Asif Kapadia, documentario dedicato alla triste parabola della Winehouse, cantante di talento strepitoso morta a soli 27 anni, e “Un disastro di ragazza”, commedia firmata dal regista ebreo-americano Judd Apatow in cui, tra molto sesso e altrettante risate, Amy Schumer ci racconta com’è oggi vivere da single.
“Un disastro di ragazza” ha totalizzato finora 133 milioni di dollari, di cui 107 negli Stati Uniti. Il film funziona e piace soprattutto alle donne, che sono il 69 per cento del pubblico. La storia, scritta dalla stessa Amy Schumer, prova a ribaltare i luoghi comuni della commedia romantica. Il rubacuori non è il Matthew Mac Conaughey di turno (prima della rivelazione attoriale di “Dallas Buyers Club”, s’intende) ma una giovane bionda, un po’ sovrappeso, spesso sboccata di nome Amy.
Amy, che nel film di cognome fa Towsend, è una giornalista che lavora a Manhattan in una tremenda rivista per uomini che si chiama S’Nuff e ha un direttore odioso impersonato da Tilda Swinton. Da piccola il padre ha insegnato a Amy che la monogamia non è realistica e lei si regola di conseguenza: evita ogni coinvolgimento romantico, non cerca il Principe azzurro e si gode spensierate scorribande di uomo in uomo. È una donna, libera e autonoma, che sa cosa vuole e se lo prende. Finché una malattia colpisce il padre, l’amore si profila all’orizzonte nei panni di un giovane medico appassionato di sport (Bill Hader) e le cose iniziano a cambiare.
La trama, come si vede, non è originalissima. Anche se Amy Schumer ha dichiarato di avere pescato a piene mani dalla sua personale esperienza. A fare la differenza è lei, protagonista di culto della serie “Inside Amy Schumer” su Comedy Central. Negli Stati Uniti questa bionda graziosa e frizzante è un vero e proprio personaggio, anche per le sue prese di posizione femministe (a dire il vero quanto mai all’acqua di rose).
Amy Schumer riesce nel miracolo di essere apprezzata dalla critica (il film ha avuto una buona recensione persino dalla temutissima Manhola Dargis del New York Times), primeggiare nei talk show ed essere amata dai millennials che la considerano un portabandiera di vizi e virtù generazionali.
In “Un disastro di ragazza” la regia è stata curata dal collaudato Judd Aptow – già regista di “40 anni vergine” (2005) con Steve Carell e “Molto incinta” (2007) con Seth Rogen. Molti però sostengono che il prossimo passo di Amy Schumer dovrebbe essere la regia. Intanto stiamo a vedere che riscontro troverà Amy, così profondamente americana nella sua comicità, in Europa. Ai suoi tempi Bridget Jones aveva funzionato alla grande, ma era così british. Pensate solo al suo principe azzurro, un Colin Firth in forma strepitosa.

Daniela Gross‎

(17 settembre 2015)