Pordenonelegge – Bellezza e utopia
Cala il sipario sulla sesta edizione di Pordenonelegge. Tanti gli spunti offerti dal ricco programma del Festival, diventato oramai appuntamento fisso per migliaia di persone. Tra i protagonisti di quest’anno, la filosofa ungherese Agnes Heller che ha dialogato con Riccardo Mazzeo, parlando di bellezza e utopia. Una ricerca, quella di Heller, che ha preso le mosse dalle persecuzioni di cui è stata testimone, della scomparsa del padre nel gorgo della Shoah, del faticoso cammino della ricostruzione e della difesa degli ideali di democrazia e di progresso anche negli anni della dittatura stalinista.
La pensatrice ha discusso con Zygmunt Bauman, nel libro La bellezza (non) salverà il mondo, quali prospettive esistano affinché la bellezza possa rendere migliore il mondo in cui viviamo, ed è questo il primo punto di cui si parla a Pordenonelegge. Si passa poi all’attualità del libro di Thomas Moore, Utopia, pubblicato circa mezzo millennio fa, nel 1516: che cosa può suggerirci quel libro per illuminare il tempo presente, esiste un collegamento che non si è interrotto e che magari ha acquisito forza ulteriore nel corso di questi cinquecento anni? L’intervista si chiude prendendo in esame le utopie più fertili nella nostra epoca e i pericoli che si annidano nelle utopie stesse, il loro rovescio infernale, le distopie che non sono più quelle di Orwell, Zamiatin e Huxley del secolo scorso, ma piuttosto forse quella del libro di Michel Houellebecq La possibilità di un’isola. Heller traccia con sicurezza i confini fra i territori della speranza praticabile e quelli delle ideologie divoratrice lo fa tirando le somme del suo lunghissimo itinerario di sopravvissuta, più volte scampata agli orrori del Novecento e alle incertezze del tempo presente.