Periscopio – Etichette
Non è ancora facile valutare quale sarà l’incidenza pratica della recente delibera presa, a grande maggioranza, dal Parlamento Europeo – su sollecitazione di diversi governi nazionali, tra cui quello italiano -, che impone di etichettare come tali i prodotti israeliani realizzati negli insediamenti, permettendo ai consumatori di non acquistarli, esprimendo così la loro disapprovazione per la presenza delle colonie ebraiche nei territori palestinesi. Quel che è certo è che tale risoluzione appare vile e cinica sul piano morale, e scellerata e velenosa sul piano politico. Ammesso che la sua intenzione fosse veramente quella di risolvere il problema delle colonie, è assolutamente certo che i suoi effetti andranno nella direzione esattamente contraria, dal momento che non farà che allontanare enormemente ogni minima possibilità di soluzione negoziata del conflitto, e quindi del connesso problema delle colonie. Perché questo problema, anche se la Signora Europa pare ignorarlo, è una conseguenza della guerra, non una sua causa. Lo ha generato la guerra, non è stato esso a generarla. Basta leggere un qualsiasi sussidiario scolastico per ricordarlo.
La Signora Europa pare immaginare e desiderare la soluzione del conflitto, e si attiva per un Medio Oriente senza più colonie. Strano, però, che l’unico aspetto del futuro mondo pacificato e felice sia questo, e nessun altro. La Signora potrebbe fare qualcosa, per esempio, per un Medio Oriente senza lanci quotidiani di razzi sugli asili nido; senza accoltellamenti per strada e assalti alle sinagoghe; senza tunnel della morte; senza rapimenti di soldati nei confini del loro Paese, da scambiare con carrettate di feroci criminali, accolti poi come eroi; senza insegnamento dell’odio e del disprezzo fin dalle scuole materne; senza continui proclami di annientamento del Piccolo Satana. Eccetera eccetera. Ma, di tutto questo, la Signora non si interessa. Vuole un futuro senza colonie, e trova sgradevole, fastidiosa e petulante la domanda se questo bel futuro debba essere senza colonie, ma pur sempre con Israele, o senza niente, né colonie né Israele. Impossibile non collegare questa etichettatura alle stelle gialle degli anni ’30 e ’40. Il paragone è eccessivo e forzato? Non esiterò a riconoscerlo, nel momento in cui la Signora avrà deliberato di etichettare i prodotti di qualche altro ‘cattivo’ sulla faccia della Terra, o realizzati su qualche altro territorio contestato (Tibet, Kurdistan ecc.).
Deprecabile sul piano morale, la decisione è catastrofica sul piano politico, perché è del tutto evidente che essa non farà che rinfocolare ed esaltare tutte le forme di aggressività e di violenza da parte degli innumerevoli nemici di Israele, che vedranno nella delibera del Parlamento Europeo la “prova provata” della giustezza della loro ostilità, mentre saranno definitivamente zittite e soffocate tutte le residue e ipotetiche forze ‘moderate’, alle quali la Signora Europa leva ogni voce e legittimità. Qualcuno dovrebbe essere capace di spiegare perché mai uno Stato o un movimento arabo o islamico dovrebbe essere invogliato a intraprendere la via della trattativa e del negoziato, se l’Europa ha detto solennemente che, prima di tutto, a prescindere da tutto, indipendentemente da tutto, devono essere eliminate le colonie. Prima eliminiamole, e poi parliamo di tutto il resto. L’Europa ha messo la sua “etichetta” su Israele, e solo su di essa, come stato oppressivo e coloniale, non ha detto una virgola su nessuno dei suoi nemici, che vengono tutti, implicitamente e collettivamente, promossi al rango di giusti, di vittime, o, perlomeno, di avversari del cattivo. Ma i giusti, le vittime, non dovrebbero pagare alcun prezzo per ottenere il riconoscimento dei loro diritti. Li devono solo pretendere, e, se non vengono loro riconosciuti, possono anche farsi giustizia da soli, con la forza e la violenza.
Da oggi, qualsiasi attacco terroristico, qualsiasi guerra sarà mossa contro Israele – e non certo solo contro le sue colonie -, lo sarà col viatico dell’Europa. Con la sua ‘etichetta’, che gli aggressori stamperanno in bella vista su missili, elmetti e carri armati, a riprova che le loro azioni andranno, in ogni caso, nella direzione indicata dalla Signora.
Francesco Lucrezi, storico
(30 settembre 2015)