Proteggere i Diari di Anne Frank
Fra negazionismo e diritti d’autore
“Anne, mia cara Anne, ti scrivo questa lettera per chiederti il permesso di non aspettare il 2050. Dopo aver scritto questo messaggio metterò online il tuo diario. Così facendo, compirò un’azione illegale.” Così il francese Olivier Ertzscheid ha annunciato la diffusione online dei pdf delle due versioni esistenti dei Diari di Anne Frank, entrando in modo pesante nelle polemiche sui diritti d’autore connessi ai Diari, che gli aventi diritto sono riusciti in questi giorni a prorogare sino al 2050. Ertzscheid non è però un pirata del web, e scrive: “Non sono un blogger che ha messo online dei documenti. Sono un accademico che da quindici anni riflette sulle problematiche connesse con l’accesso pubblico alle opere, che conosce i modelli editoriali e che pur senza essere un avvocato è consapevole delle questioni giuridiche di fondo”.
Anne Frank è morta nel 1945 a Bergen Belsen, data che porta il termine del diritto d’autore alla fine del 2015, ironicamente la stesso momento in cui sarà di dominio pubblico anche il Mein Kampf. Ma il Fondo Anne Frank, nato nel 1963 per volontà del padre di Anne, sostiene che la versione integrale dei diari pubblicata negli anni Ottanta è un’opera nuova, che beneficia quindi dei diritti connessi alle opere postume vincolandone la pubblicazione fino almeno al 2030. E la versione pubblicata nel 1947, da cui Otto Frank aveva eliminato i passaggi considerati “troppo intimi”, sarebbe da considerare opera di più coautori, portando la scadenza dei diritti d’autore ancora oltre, al più presto nel 2051.
Ma Ertzscheiz, che si definisce un militante, ha scelto di fare pubblicamente un atto illegale – già da tempo chiunque può recuperare i file dei Diari con una semplice ricerca sul web – come scelta esplicita di guerrilla, ispirandosi al manifesto di Aaron Swartz, il giovane ebreo americano suicidatosi nel 2013. Scrittore, attivista e programmatore, Swartz è stato coautore della prima specifica RSS e del codice sorgente delle licenze Creative Commons e faceva parte del’Ethics Center Lab della Harvard University. Arrestato per aver scaricato quasi cinque milioni di articoli scientifici da un database accademico, era in attesa di un processo che avrebbe potuto condannarlo a 35 anni di carcere, e la sua morte lo ha reso un simbolo delle lotte per la libertà di internet ancora più potente .
Nel caso dei Diari, poi, l’argomento diritti/diffusione di un testo assume un rilievo ancora più notevole alla luce dei numerosi tentativi di contestarne l’autenticità. Il dubbio è se il diritto d’autore possa essere una protezione. La “liberazione” del testo, già da tempo preso di mira dai negazionisti sul web, dove è stato modificato e manipolato in vari modi, può cambiare qualcosa? Il dibattito scatenato in Francia dall’azione di Ertzscheid ha addirittura portato Anne Frank fra i trending topic di twitter, in una discussione appassionata e appassionante sul diritto d’autore che in Francia è particolarmente sentita. Del resto già Aurélie Filippetti, quando era ministro della Cultura, aveva previsto di dedicare un capitolo di legge alla “protezione e valorizzazione del dominio pubblico”, capitolo che però non compare nel testo dell’attuale ministro Fleur Pellerin, adottato pochi giorni fa dai deputati. La battaglia continua ora sulla definizione di quel “domain public” di cui molto si discute da tempo, e sul senso dell’idea stessa di diritto d’autore e proprietà intellettuale in un mondo sempre più digitale.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(9 ottobre 2015)