Roma – Gaj Tachè, l’omaggio dei bimbi
“Dopo il racconto di Gadiel sul nostro viso è sparito il sorriso”. “Vorrei che il mondo cambiasse”. “Stefano, prometto che non ti dimenticherò”. Sono alcune frasi che i bambini di quattro scuole romane hanno voluto dedicare alla memoria di Stefano Gaj Tachè, il bambino ucciso il 9 ottobre del 1982 nel corso dell’attentato alla sinagoga della Capitale.
Le letture dei componimenti si sono svolte nella sala della Protomoteca in Campidoglio e sono state realizzate in occasione del “Premio Stefano Gaj Tachè – L’amico dei bambini”, il riconoscimento istituito nel 2002 per iniziativa dell’associazione Ebraismo e dintorni che si propone di mantenere viva la memoria.
Ad accogliere le scuole che hanno partecipato, le elementari ebraiche Vittorio Polacco, l’Istituto Comprensivo Alfieri – Lante della Rovere, l’Istituto Comprensivo Salvatore Pincherle “Livio Tempesta” e l’Istituto Comprensivo via Cassia 1964 “Tomasetti”, il presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello: “Ringrazio chi si prodiga ogni anni per portare avanti e sviluppare questa iniziativa – ha dichiarato Dureghello – Oggi voglio guardare al futuro, un futuro che va affrontato in maniera consapevole per non rischiare di commettere gli errori del passato. Noi ebrei abbiamo insito in noi il valore della memoria e vogliamo che ne facciate tesoro anche voi”. A prendere la parola anche Paolo Masini, vice presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma: “Oggi Stefano avrebbe avuto 35 anni, chissà se si sarebbe sposato, chissà che lavoro avrebbe fatto. Dobbiamo fare in modo che un giorno così doloroso sia utile per il futuro, dobbiamo imparare a difendere chi viene attaccato e integrare chi è percepito come diverso”. Carla Di Veroli, responsabile delle politiche della Memoria per il Comune di Roma, ricorda le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano'”. “L’idea del premio è nata perché ci stavamo rendendo conto di come la tragica morte di Stefano stava finendo nel dimenticatoio. Da quando abbiamo avviato l’iniziativa, circa 5000 bambini hanno potuto conoscere la sua storia” spiega Raffaele Pace, presidente di Ebraismo e dintorni. Prende infine la parola Gadiel Gaj Tachè, il fratello del piccolo Stefano: “Incontrare e parlare con i bambini prima dell’assegnazione del premio è stato straordinario. Trovarmi di fronte alle loro domande mi ha profondamente segnato. Non c’è futuro senza memoria, per questo auspico che questo premio sopravviva al tempo e ai cambiamenti all’interno delle istituzioni”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(9 ottobre 2015)