Qui Milano – La Tenda di Abramo
L’accoglienza servita a tavola
Il cibo come accoglienza, come gesto concreto di solidarietà verso il prossimo. Ruota attorno a questo concetto la prima iniziativa della Tenda di Abramo, il festival promosso dalla Comunità ebraica di Milano che si è aperto nelle scorse ore e sarà protagonista in città fino al prossimo 15 ottobre con diversi appuntamenti tra convegni, cooking show, laboratori e spettacoli. Ad aprire la manifestazione, la simbolica offerta di un pranzo a bisognosi e senzatetto realizzato all’insegna del rispetto delle regole casher e halal e preparato dallo chef stellato Heinz Beck. “I nostri rabbini ci ricordano che non c’è niente che avvicini di più le persone come il mangiare e il bere insieme. Se apro la mia casa, se invito alla mia tavola, faccio un gesto concreto di accoglienza e concretamente dimostro il mio amore verso il prossimo”, il concetto espresso da rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, per sottolineare il valore dell’ospitalità e della solidarietà, temi centrali di questa prima edizione del festival presentata domenica nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il vicesindaco di Milano Francesca Balzani, i presidenti della Comunità ebraica Milo Hasbani e Raffaele Besso, monsignor Lino Fumagalli, l’imam Yahya Pallavicini, rav Elia Richetti, oltre allo chef Heinz Beck e a Mario Furlan, fondatore dei City Angels, associazione impegnata al fianco della Comunità in diverse iniziative di sostegno verso i rifugiati. “Nel racconto biblico la Tenda di Abramo è sempre aperta, in tutti i quattro punti cardinali. Questo per accogliere senza limitazioni ogni ospite, condividendo con lui il cibo e la tavola” ha spiegato l’assessore alla Cultura della keillah milanese Davide Romano. E attorno al cibo, al rapporto che le tre religioni abramitiche coltivano con i prodotti della terra, al rispetto delle regole alimentari casher e halal, ai precetti che obbligano l’uomo a non sprecare, gravitano i tanti spunti di riflessione che saranno protagonisti della manifestazione con incontri nelle scuole, alla Palazzina Appiani e al Padiglione Israele ad Expo.
“Abbiamo fortemente voluto questo progetto – ha sottolineato il presidente Hasbani – e vogliamo ringraziare chi ci ha dato il suo supporto come la Regione Lombardia, la Fondazione Cariplo, Rigoni d’Asiago, il progetto Rimon, senza i quali l’iniziativa non sarebbe stata possibile. Il pranzo per i bisognosi vuole essere un simbolo del significato di questo Festival”. Pranzo realizzato, come si diceva dallo chef Heinz Beck che si è messo a disposizione gratuitamente per l’occasione. “Conoscevo già le regole casher e halal e in ogni caso la cucina in generale è regola. In questo caso, in più, troviamo il rispetto delle tradizioni. È stata una sfida molto stimolante, accolta con grande entusiasmo da tutto il mio staff perché abbiamo dovuto muoverci con creatività all’interno dei confini delle regole alimentari”. “Il cibo – ha continuato lo chef – è un simbolo di pace. Accogliere e dare è qualcosa che ci rende felici e quando condividiamo dobbiamo mettere a disposizione il meglio”. “All’interno della Tenda di Abramo rivediamo il concetto ebraico valido per tutte le religioni del Tikkun Olam, riparazione o guarigione del mondo – ha affermato monsignor Fumagalli, ricordando tra l’altro l’iniziativa “Insieme per prenderci cura” portata avanti in questi mesi assieme all’Associazione Medica Ebraica – ci sentiamo tutti corresponsabili fraternamente, ebrei, cristiani, musulmani, di occuparci del prossimo e questo è un punto fondamentale di condivisione”. Per l’imam Pallavicini, il cibo e la riflessione tra le diverse religioni sul loro rapporto con i frutti della terra sono una strada da seguire per costruire il dialogo tra i tre grandi monoteismi e superare “purtroppo anche i fondamentalismi all’interno dell’Islam di cui oggi giorno siamo testimoni”. Per il vicesindaco Balzani nell’anno di Expo – presente tra gli altri in sala il commissario del Padiglione Israele Elazar Cohen – è necessario ricordarsi che il cibo non è solo alimentazione ma è anche nutrimento per l’anima, è speranza e questa iniziativa lo rappresenta. “Lavoriamo da oltre un anno a questo progetto – spiega Daniela Di Veroli, del comitato promotore dell’iniziativa – è stato pensato proprio in chiusura di Expo perché i temi al centro dell’Esposizione universale non si esauriscono con ottobre (ultimo mese della grande manifestazione milanese) ma proseguono oltre e hanno radici profonde nel passato, come dimostra la stessa tradizione ebraica: da centinaia di anni si parla infatti nell’ebraismo di temi come la condivisione, il rispetto verso il cibo, il divieto di sprecare. La Tenda di Abramo vuole essere uno strumento per continuare a riflettere su queste tematiche”.
Daniel Reichel
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(11 ottobre 2015)