Qui Ferrara – Ebrei in Friuli-Venezia Giulia
una grande storia di frontiera

meis convegno ebrei fvg Era il 1989 quando a Trieste e Udine si svolse un convegno sulla presenza ebraica nel Friuli-Venezia Giulia, sotto l’egida delle università locali e della Comunità ebraica triestina. Oggi, ventisei anni dopo, la Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara – in collaborazione con gli stessi atenei, la Comunità ebraica e l’Associazione per lo studio dell’Ebraismo delle Venezie, e con il patrocinio dell’UCEI, della Comunità di Ferrara e del Comune – ripropone lo stesso tema in un denso convegno intitolato “Gli ebrei nella storia del Friuli-Venezia Giulia. Una vicenda di lunga durata” in svolgimento all’Istituto di Cultura ‘Casa Giorgio Cini’. Un’occasione per rivisitare gli argomenti trattati allora facendo progredire studi e ricerche, e “gettando luce su una realtà ebraica che si trova ai margini ma allo stesso tempo costituisce un crocevia di identità composite”, come ha fatto notare nel suo saluto il presidente della Fondazione Meis Riccardo Calimani. L’appuntamento si inserisce nell’ambito delle iniziative che da tempo il museo realizza e sostiene per approfondire le secolari vicende degli ebrei in Italia e in Europa. Un momento di approfondimento importante anche per la città di Ferrara, come ha sottolineato il vicesindaco Massimo Maisto. “La Comunità ebraica di Trieste costituisce il punto di riferimento istituzionale per gli ebrei di tutta la regione, da cui hanno origini grandi personalità tra cui Shemuel David Luzzatto, e il suo museo ebraico Carlo e Vera Wagner conserva la storia e la memoria di tutti loro” ha quindi affermato il Presidente della Comunità triestina Alessandro Salonichio in un saluto letto dal Consigliere Livio Vasieri, che interverrà nel corso del convegno.
Il Friuli-Venezia Giulia – è stato spiegato dagli organizzatori – offre moltissimi spunti di riflessione in virtù della peculiarità dell’esperienza ebraica nei suoi confini, da sempre luogo di incontro e confronto tra culture, da quella italiana a quella slava e tedesca, e religioni diverse, come testimonia il fatto che proprio a Udine sia stata istituita nel 1985 la prima cattedra in Italia dedicata alla storia degli ebrei.
Una caratteristica, quella di essere un territorio di confine, che risulta preponderante in ogni aspetto della storia locale, come ha fatto notare nell’introdurre con una cornice storica il convegno Laura Casella, docente dell’Università di Udine. “Una condizione di lunga durata dovuta alla frontiera che lo attraversa ma anche accentuata nel corso dei secoli, influenzando e definendo la sua storia come frammentaria e oppositiva – ha sottolineato – e che ha configurato il territorio come una sorta di laboratorio politico e sede di identità composite sotto i profili etnico, linguistico e culturale”.
Il convegno permetterà dunque di analizzare il ruolo della comunità ebraica all’interno di questo contesto, studiandone gli aspetti cruciali della vita religiosa, culturale ed economica, la storia più antica e le vicende più traumatiche come le conversioni e la persecuzione nazi-fascista, e tracciando i profili dei suoi personaggi più illustri. In particolare, la prima parte della tre giorni è dedicata agli interventi relativi agli ebrei nel Friuli veneto. Francesca Tamburini della Biblioteca Civica di Udine e Ivonne Zenarola Pastore dell’Archivio di Stato di Udine hanno per prima cosa analizzato il contributo per la storia dell’insediamento ebraico udinese nella prima metà del Cinquecento attraverso le fonti della Biblioteca e dell’Archivio, mentre i ricercatori di Vittorio Veneto Giovanni e Silvia Tomasi si sono concentrati sulla presenza degli ebrei a Pordenone tra medioevo ed età moderna, la cui prima attestazione risale al 1399, anno in cui si ha notizia di ebrei chiamati come prestatori di denaro stipulando un contratto con il Comune cittadino. Pier Cesare Ioly Zorattini, professore dell’Università di Udine e curatore scientifico del convegno, ha quindi descritto la figura di Yosef Capriles, un medico vissuto nel Settecento proveniente da una famiglia ebraica ashkenazita di Udine, passato per Trieste, dove si convertì al cristianesimo, e Tunisi, dove si convertì all’islam, prima di giungere a Curaçao, dove lavorò come medico al servizio del “Mikve Israel”, la Comunità ebraica sefardita di Willemstad. Emanuele D’Antonio, ricercatore dell’Università di Udine, ha infine parlato dell’influente élite ebraica udinese in età austriaca, di cui facevano parte famiglie come i Ventura, i Luzzatto, i Terni e i Morpurgo, che giocarono un ruolo di primo piano nella vita pubblica locale.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(12 ottobre 2015)