Qui Roma – Una biblioteca da riconquistare
Era il 14 ottobre del 1943, poco prima del drammatico rastrellamento del ghetto di Roma, il giorno nel quale i nazisti razziarono la biblioteca della comunità ebraica disperdendo i preziosi volumi sui quali pende ancora un destino ignoto.
Per riportare alla luce questa storia, ancora sconosciuta ai più, e per riflettere sul potere dei libri nasce “Rastrellati”, il ciclo di tre incontri inaugurato oggi al Teatro di Villa Torlonia. L’iniziativa, promossa dal Comune di Roma, l’Assessorato alla Cultura, l’Istituzione delle biblioteche in collaborazione con la Comunità ebraica di Roma e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha visto un confronto tra il sofer Amedeo Spagnoletto e la scrittrice Nadia Terranova moderati dal giornalista Gioacchino De Chirico.
Prossimo appuntamento venerdì 16 ottobre con la scrittrice Lia Levi al Teatro Biblioteca Quarticciolo (ore 10.00) e venerdì 30 ottobre con a storica Anna Foa alla Biblioteca Renato Nicolini di Corviale (ore 10.00).
“In quel 14 ottobre – ha spiegato De Chirico – due ufficiali nazisti rastrellarono la biblioteca che comprendeva il fondo del collegio rabbinico e i libri della comunità, con il fine di trasferirli nel grottesco museo della civiltà scomparsa che Hitler stava progettando. Moltissimi libri sono ancora dispersi e si riconoscono per il timbro e le annotazioni che spesso venivano fatte a margine”. “Non vi è un catalogo – prosegue De Chirico – perché la comunità memore delle precedenti persecuzioni si salvaguardava non redigendolo. Proprio per questo vorrei che gli incontri facessero da stimolo per impegnarci tutti nel ritrovamento della biblioteca. Un bene prezioso non solo per la comunità ebraica ma per tutta la città”.
A prendere la parola è poi Amedeo Spagnoletto che illustra il suo lavoro di Sofer, ovvero di scriba dei testi sacri: “Bisognerebbe vivere la scomparsa della biblioteca come quella di un cittadino e mobilitarsi come se si fosse persa una persona. La Comunità ebraica di Roma è stata per secoli un luogo al cui interno fioriva l’alfabetizzazione e lo studio, c’erano diverse istituzioni e grazie a queste si è creato un fondo librario che si è unito poi a quello del Collegio rabbinico trasferitosi da Padova nella capitale”.
“La mia occupazione di sofer – prosegue – è molto complessa; per copiare i testi e restaurarli bisogna stare molto attenti a non commettere errori. Rabbi Meir racconta infatti come rabbi Ishmael gli spiegò che aggiungere o escludere una lettera può rischiare di distruggere un mondo intero”.
La parola passa poi a Nadia Terranova: “I libri di questi tempi sono dimenticati, irrisi, sottovalutati eppure fanno ancora paura, un particolare che mi lascia sgomenta ma mi rassicura allo stesso tempo perché significa che hanno ancora un poco di potere sovversivo”. Proprio per questo, Terranova presenta tre volumi che l’hanno colpita: “Il primo è ‘I roghi dei libri’ di Leo Löwenthal (ed. Il Nuovo Melangolo) che indaga storicamente su come nei regimi repressivi i libri siano le prime vittime, poi ‘La febbre dei libri: memorie di un libraio bibliofilo’ di Alberto Vigevani (Sellerio editore) e infine ‘Parole in libertà’ di Angelo Formiggini (ed. Artestampa). La storia di Formiggini è emblematica: l’editore modenese venne isolato per la sua origine ebraica e si suicidò dalla Torre Ghirlandina ma prima affermò con forza il valore della libertà d’espressione”. “Löwenthal – conclude la scrittrice – si stupì della sostanziale assenza di studi sui roghi dei libri, quasi come se ci fosse una rimozione collettiva e spiegava come bruciare un libro avesse come scopo l’estinzione della storia, lo ‘sterminio di portatori di malattie ostili al sistema’ e la liquidazione del soggetto. Nel mio libro ‘Bruno. Il bambino che imparò a volare’ (ed. Orecchio acerbo) dedicato allo scrittore ucciso dai nazisti Bruno Schulz ho cercato di fare proprio questo: salvarlo dall’estinzione della storia”. Ad accompagnare gli incontri, le letture dell’attore Olek Mincer, che oggi ha interpretato le pagine di “16 ottobre 1943” di Giacomo Debenedetti, e le esibizioni dell’associazione Persone libro.