Legge del ritorno – Le prime cittadinanze
Portogallo, ritorno a casa
Si chiama Alfonso Paredes Henrique, vive a Panama e un suo avo era rabbino. Da qualche giorno ha con sé un nuovo passaporto, che esibisce con orgoglio: quello portoghese, restituitogli dal governo di Lisbona in ragione della legge approvata a marzo che accorda questa possibilità ai discendenti degli ebrei sefarditi cacciati dal paese durante l’Inquisizione.
Henrique è uno dei primi tre beneficiari della norma e il suo nominativo è stato reso noto dal ministro della Giustizia portoghese, che sta passando al vaglio le oltre duecento richieste pervenute. Anche la Spagna, che ha seguito il Portogallo nell’approvazione della legge nel giugno scorso, ha iniziato a ricevere le prime domande, che ammontano oggi a 4300 unità. Due terzi – viene spiegato – dalla Turchia. Significativo inoltre il flusso da Venezuela, Marocco e Israele.
Paredes è diventato cittadino portoghese insieme a suo fratello, dopo che la Comunità ebraica di Porto – che insieme a quella di Lisbona ha ricevuto l’incarico di esaminare le richieste – ha accertato che è un discendente di Eliau Abraham Lopez, un rabbino di origine spagnola che ha prestato servizio nella comunità ispanico-portoghese dell’isola caraibica olandese di Curaçao, e di sua moglie Rachel Nunes da Fonseca, di origine lusitana.
Paredes ha illustrato la sua iniziale preferenza per la cittadinanza spagnola, spiegando di aver successivamente optato per quella portoghese a causa dei ritardi legislativi di Madrid. Le procedure spagnole sono inoltre più complicate, in quanto sono richiesti il superamento di un esame di lingua e l’intermediazione di un notaio locale.
Ashley Perry, consulente del ministero degli Esteri israeliano, è intervenuto sul tema spiegando che mentre Spagna e Portogallo tentano una riconnessione con quella storia di dolore, “Israele appare invece carente”. Perry ha così formato un nuovo comitato all’interno della Knesset con l’obiettivo di riconnettere con Israele i bnei anusim, i discendenti di ebrei sefarditi che nella stragrande maggioranza dei casi non sono più ebrei. Il suo sogno, ha affermato, è di implementare una legge simile a quella spagnola e portoghese, “in quanto i bnei anusim, discendenti di ebrei cacciati o torturati durante l’Inquisizione e oggi dispersi per il mondo, potrebbero essere naturalmente portati alla vicinanza con Israele”. D’altra parte, ha aggiunto, “ci sono pochissimi ebrei che non hanno nel loro albero genealogico qualcuno che sia stato convertito a forza”.
(Nell’immagine: la sinagoga di Belmonte, cittadina portoghese che ospita una ex comunità criptoebraica fin dal 1297, riportata alla luce da Samuel Schwartz nel XX secolo)
(15 ottobre 2015)