Madri d’Israele – Adva

David Zebuloni, studenteTrovare il coraggio di continuare, di rialzarsi.
Trovare la forza di sorridere, sempre.
Trovare la luce nel buio, scintille di gioia nella tristezza che spesso incombe.
Non è forse uno straordinario dono questo?
Il dono di Adva Biton, Madre d’Israele, madre della piccola Adel.
“Aveva solo quattro anni quando fu vittima di quell’atroce attentato terroristico la mia piccola Adel, quando si ritrovò a combattere tra la vita e la morte, in una sorta di limbo infinito”, afferma Adva con voce ferma, caratteristica dell’estrema dignità che l’ha sempre caratterizzata.
Il limbo durò due anni. Due anni di cure, di attenzioni e continue sofferenze, di preoccupazioni, di apprensioni.
Due anni di pura speranza, due anni di fede.
Schermata 10-2457311 alle 09.21.04“Già, la fede è sempre stata una costante della mia vita. Questa tragica esperienza non mi ha allontanato dal Signore, ma non mi ha nemmeno avvicinato a Lui. Le mie convinzioni sono rimaste le stesse di sempre: profonde ed indistruttibili, un mezzo prezioso, forse indispensabile, per affrontare ciò che ci era capitato”.
Adva decide tuttavia di non poter rimanere in silenzio, di dover assolutamente condividere con altre donne, con altre madri, ciò che per due interminabili anni ha caratterizzato la sua vita, la vita di suo marito e dei suoi quattro figli.
“Condividere quel dolore ha un effetto potente e straordinario su chi mi ascolta, parlare con il cuore e con l’anima mi permette di raggiungere qualunque interlocutore, di farlo sentir parte integrante della mia vita. E così cominciamo a piangere ed a ridere tutti insieme, in sala, quando vengo invitata nelle aule universitarie o nelle sedi di associazioni varie. Diventiamo tutte madri della stessa bambina, simbolo di un conflitto che non lascia nessuno spazio all’umanità, un conflitto in cui la pace è ancora un lontano miraggio”.
Come si combatte dunque il terrorismo?
“Attraverso l’unione, siamo un popolo troppo piccolo per poterci permettere delle spaccature interne. La consapevolezza che siamo tutti parte dello stesso corpo, religiosi e non, è assolutamente necessaria.”
Infatti è l’amore a muovere i passi di Adva, nella vita e nel lavoro, proprio come la sua piccola Adel aveva sempre desiderato.

David Zebuloni

(15 ottobre 2015)