Israele e il tic antisemita

roberto jonaLa Stampa del 15 ottobre riporta due notizie senza che nessuno abbia rilevato il carattere antisemita che nasce dalla loro combinazione: a pag. 15 si dà conto della Conferenza che riunisce il Politecnico di Torino, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (ex Facoltà di Agraria) e il Technion di Haifa per discutere delle più avanzate tecnologie per le risorse idriche (argomento di cui Israele è leader mondiale). La conferenza (poco pubblicizzata per timore di contestazioni, ha detto l’organizzatore Prof. Ferrero) è stata interrotta da un gruppetto di scalmanati che hanno monopolizzato l’attenzione dell’articolista Fabrizio Alessandri che dà un dettagliato resoconto della chiassata pro-palestinese (5 colonne con fotografia) senza fornire alcun dettaglio sui risultati scientifici dell’incontro.
A pag. 51 (a firma L.Tor) si riporta un’iniziativa della SMAT (Acquedotto di Torino e dintorni) che, con un finanziamento del Ministero degli Esteri Italiano di centocinquantamila euro ha sviluppato una “centralina idrica di controllo e distribuzione delle acque a Betlemme e zone limitrofe” sotto l’amministrazione dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Da un lato quindi il valore scientifico di Israele viene oscurato dagli strilli di quattro teppisti esagitati, mentre dall’altro, in tempi di ‘spending review’, non solo si sprecano risorse, ma si spendono per un iniziativa che non giova alla pace. Se da Betlemme gli amministratori comunali si rivolgessero al vicino Technion, sarebbero assistiti, come ha chiarito al convegno del Politecnico il prof. Shem-Tov di Haifa. Invece invitandoli all’iniziativa dell’Acquedotto torinese si fornisce un alibi ed una copertura al rifiuto arabo di parlare con gli Ebrei. Non male per un Paese (come l’Italia) che si sciacqua la bocca con ‘il dialogo’, ma nei fatti lo sabota.

Roberto Jona, Università di Torino

(16 ottobre 2015)