Israele giovane meraviglioso
“L’origine dei problemi che ci sono in Israele è l’atteggiamento poco comprensivo che c’è stato nei confronti di un paese giovane e meraviglioso che è stato costretto a diventare aggressivo per necessità”. Queste parole le pronunciò Woody Allen – al secolo Allan Stewart Konigsberg – in un’intervista nel 2003.
Da allora, l’incomprensione nei confronti di Israele non è certamente mutata, un’intolleranza che è nata nascondendo fin da subito qualcos’altro, un odio plurisecolare mai sopito. Ma oltre “gli ormai comuni errori” che sottolineò Allen nella suddetta intervista, dovremmo domandarci, riflettendo su queste parole e alla luce della situazione corrente, quale sarà l’Israele di domani, se e quali speranze nella pace e nella convivenza potranno continuare a conservarsi nelle prossime generazioni. Con la constatazione che esse dovranno vivere in un paese sempre più militarizzato e costantemente colpito e tormentato nelle proprie viscere e sui propri confini da una controparte indisposta a qualunque tipo di compromesso e che considera il terrorista e l’assassino soltanto un martire da santificare con il beneplacito del resto del mondo.
Francesco Moises Bassano
(16 ottobre 2015)