vita…
Alcuni commentatori suggeriscono che se Noach fosse vissuto nella generazione di Avraham Avinu non sarebbe stato considerato uno Tzaddik. Per quale motivo?
Il profeta Yeshayahu (54, 9) si riferisce al Diluvio come “le acque di Noach”, il che implica che Noach ha parte della responsabilità per il Diluvio. I commentatori suggeriscono che Noach ha fallito il suo compito nel non riuscire a insegnare alla sua generazione a camminare nelle vie di HaShem. Se avesse insegnato loro a conoscere Hashem, sicuramente si sarebbero salvati dalla punizione del Diluvio.
Altri commentatori, inoltre, suggeriscono che Noach ha fallito nel non pregare D-o invocandone il perdono e risparmiare l’umanità, come tentò invece di fare Avraham Avinu per Sodoma.
D’altra parte Noach ha il merito di essersi preoccupato di salvare tutti gli altri esseri viventi, secondo le loro specie, prendendosene cura con amore dentro l’arca.
Il Midrash spiega che l’umanità prima del diluvio equiparava la vita animale con la vita umana, gli animali avevano la stessa dignità dell’uomo (infatti l’umanità prima del Diluvio non si cibava di carne, ma solo di vegetali); nello stesso tempo però l’essere umano era ridotto, ai loro occhi, ad un “animale più sviluppato”, dimenticando così la sacralità della vita umana, al di sopra di quella animale. Anche Noach probabilmente è caduto in questo equivoco: ha omesso di prendere apertamente posizione a favore della vita umana e ha taciuto difronte all’approssimarsi della distruzione di tutti gli uomini sulla faccia della terra. Avrebbe dovuto “scagliare” parole verso D-o come Avraham Avinu per tentare di salvare almeno dieci giusti nell’arca insieme alla sua famiglia. Avrebbe dovuto tentare, protestando, anche difronte alla probabilità di non trovare nessun giusto da salvare (come avvenuto a Sodoma).
A volte si rischia di perdere di vista il valore assoluto della vita umana.
Nell’ottica ebraica il mondo a venire sarà un mondo in cui l’umanità non si ciberà più di carne uccidendo gli animali.
Tuttavia, nel frattempo, qui ed ora, stiamo attinti a non commettere lo stesso errore della generazione di Noach. Ci sono troppe persone strettamente vegane (a seconda delle mode correnti) ma indifferenti alla sofferenza altrui: la guerra, l’ingiustizia sociale, ecc…
Paolo Sciunnach, insegnante
(19 ottobre 2015)