Milano – “Con Israele, difendiamo la vita”

“Ringrazio tutti per essere qui presenti. Abbiamo voluto attorno a noi tutta la cittadinanza per esprimere insieme il nostro sostegno ad Israele, per dire insieme no al terrorismo, no alla violenza”. Così Milo Hasbani, presidente assieme a Raffaele Besso della Comunità ebraica di Milano, ha voluto aprire la maratona oratoria organizzata dalla keillah per dimostrare solidarietà alla popolazione israeliana, vittima in questi giorni della violenza del terrorismo islamista. Tante le fiaccole accese per portare luce su quanto sta accadendo in Israele, dove chi fomenta e istiga all’odio cerca di minare le fondamenta democratiche dello Stato ebraico, e tanti gli oratori – esponenti del mondo ebraico, della politica, della cultura – che si sono succeduti al Tempio Maggiore di via della Guastalla. “Il vostro supporto è importante per superare questo momento” il messaggio dell’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon, che ha denunciato chi, da parte palestinese, istiga all’odio e al martirio. “È una visione distorta del sacrificio – ha affermato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach – Israele sa bene cosa vuol dire sacrificarsi per i propri diritti e per i propri ideali: vuol dire lottare e difendersi, mai porsi come obiettivo il male e la morte dei ‘nemici'”. “Da una parte c’è la cultura della vita, dall’altra della morte – ha aggiunto il presidente Besso, – lo dimostra il fatto che quando ci sono gli attentati i medici israeliani curano le vittime ma anche i terroristi palestinesi. Perché è nella nostra tradizione. Come dice il Talmud, chi salva una vita salva il mondo intero”. Una denuncia forte contro l’escalation di violenza e contro l’indifferenza che ne è seguita è arrivata da rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano: “Quanto stiamo assistendo oggi è un pogrom con l’Isis e Hamas che chiedono alla popolazione di ammazzare, sgozzare gli ebrei. È una cosa che deve farci venire i brividi, è un odio ancestrale che deve scuotere tutti noi. Parliamo spesso di indifferenza quando ricordiamo la Shoah, oggi non si può rimanere indifferenti di fronte alla rinascita di un pogrom antiebraico”.