astrazione…

Dopo essersi fatto accompagnare per tre giorni dai suoi aiutanti, Avrahàm ordina loro di fermarsi con l’asino mentre egli ed Itzchàk proseguiranno “ad kò” (fino a qui), si prostreranno e torneranno. L’espressione è decisamente strana: innanzitutto non si capisce perché, dopo essersi fatto accompagnare, Avrahàm li lasci indietro; l’espressione “ad kò”, che letteralmente significa “fino a così”, è assolutamente inusitata; infine, non essendo ammissibile che Avrahàm dica bugie, non si capisce come potesse garantire che sarebbero tornati tutti e due (ossia anche Itzchàk).
I commenti sono numerosi e molteplici, ma tutti partono dal presupposto che Avrahàm sentisse nel comando divino della ‘Legatura di Itzchàk’ uno strumento di grandissima elevazione spirituale, di adesione mistica alla volontà divina. L’esperienza era tale che sicuramente le menti semplici e materiali degli aiutanti non avrebbero potuto coglierla e ne avrebbero forse disturbato l’intensità. Ma c’è anche un’altra possibile spiegazione. I servitori di Avrahàm sapevano, o sentivano, che si trattava di un’esperienza speciale: anche senza sapere con precisione ciò che doveva succedere (neanche Itzchàk lo sapeva), sentivano che era qualcosa che avrebbe potuto portare Avrahàm, o Itzchàk, o ambedue, ad un’astrazione dal mondo fisico tale da rischiare di non poter più tornare al mondo materiale. Per questo avrebbero certamente preferito trattenere Avrahàm, o accompagnarlo. A questo Avrahàm ha risposto che non si preoccupassero: egli e suo figlio sarebbero giunti solo fino a “kò”. Questa parola ha il valore numerico di venticinque, mentre il Nome Divino vale ventisei: Avrahàm e Itzchàk non avrebbero mai raggiunto il livello di annullarsi totalmente in D., e quindi sarebbero stati in grado di non perdere il contatto con il mondo materiale, al quale sarebbero tornati.
Questo è un aspetto che si deve sempre tenere presente: per alta che possa essere l’esperienza mistica dell’individuo, non deve mai perdere il contatto col mondo reale.

Elia Richetti, rabbino

(29 ottobre 2015)