J-Ciak – La nuora di Eichmann
Tutto quello che sapete su Eichmann è una bugia. “La storia che conoscete non è vera, la versione che si impara dai film e dai libri è scritta dagli ebrei e il mondo intero l’ha accettata”. A sostenerlo, Carmen Bretin Lindemann, nuora del gerarca nazista, in una recente intervista al canale televisivo Tn. Candidata sindaco nel villaggio di Garupa nel nordest dell’Argentina, la signora forse non immaginava di fare il giro del mondo con quella che dev’esserle sembrata una banale questione di famiglia. La sua dichiarazione in favore di Eichmann l’ha invece catapultata alla ribalta delle cronache sino a valerle un lungo articolo su Newsweek.
“Non sostengo il nazismo né mai lo farò”, si è affrettata a precisare Lindemann davanti alle accuse di negazionismo, razzismo e xenofobia delle organizzazioni ebraiche argentine. Le sue affermazioni le hanno valso però l’immediata espulsione da Nuova Alternativa, il partito guidato da Sergio Massa. La nuora di Eichmann è stata così costretta dire addio alle ambizioni politiche. Almeno per ora, perché la sua velenosa allusione alla “congiura ebraica” potrebbe schiuderle le porte di altri lidi politici.
Chissà a quali film alludeva la signora, quando sottolineava che Eichmann “non era una persona cattiva, obbediva agli ordini e non ha ucciso nessuno”. Certo non al magnifico lavoro di Eyal Sivan, “Uno specialista – Ritratto di un criminale moderno” (1999).
In questo documentario il regista pesca a piene mani nelle 350 ore del girato realizzate nel 1961 a Gerusalemme durante il processo Eichmann. Si tratta di un archivio unico, perché quello ad Adolf Eichmann è l’unico processo a criminali nazisti a essere stato filmato per intero. Quattro camere nascoste dietro tramezzi fittizi registrarono quanto accade con il video, una tecnica per allora rivoluzionaria, sotto la direzione del regista americano Leo T. Hurwitz.
Parte di quel prezioso girato è andato disperso, quanto ne rimane è un patrimonio unico, che dopo i restauri oggi può essere consultato e utilizzato. Sivan lo ha usato per portarci nel cuore del processo. Ne monta 128 minuti in tredici scene, senza commenti né effetti speciali. E le immagini parlano da sole. Scena dopo scena si compone il ritratto di un uomo comune, mediocre, pieno di tic: un burocrate dello sterminio pieno di zelo e senza traccia di rimorso. Sarebbe il caso di far pervenire il film alla nuora.
Daniela Gross
Nell’immagine: un fotogramma dei video del processo Eichmann.
(29 ottobre 2015)