Qui Torino – Dalle Carceri, ritratti partigiani
“Il primo giorno mi venne portato del riso con una foglia di cavolo sul quale erano chiaramente visibili dei grossi vermi, feci lo sciopero della fame. Il secondo giorno, ricevuto lo stesso trattamento, il mio compagno di cella mi disse – Basta togliere i vermi, poi puoi mangiare il riso… non te ne accorgi nemmeno” (Testimonianza di Giuseppe Berrutto, Gennaio 1944, campo di concentramento di Flossenbürg).
Nell’ex braccio maschile delle Carceri Nuove, ora Museo del Carcere le Nuove, si è tenuto l’evento “Ritratti Memorie e Voci” a cura di Ocra Lab, al fine di comunicare le testimonianze, raccolte da Nicola Stante, sulla prigionia dei partigiani nell’edificio durante l’epoca fascista.
A leggere le storie si sono alternati Mario Brusa, integrandole con elementi della sua toccante testimonianza familiare, Giuliana Oliviero e lo storico Claudio Vercelli. Di sottofondo, il reportage fotografico “Sopravvissuti” di Simone Grosso ha accompagnato il numeroso pubblico durante la narrazione.
L’evento si è svolto con la lettura delle lettere inviate dai partigiani detenuti alle famiglie e attraverso i canti, a tratti rievocati da Mario Brusa nel corso della narrazione. Le carceri nuove conservano ancora il ricordo dei detenuti politici di estrazione media o popolare, di certo non comuni criminali, che si trovarono giovanissimi a dover affrontare i brutali metodi d’interrogazione dei fascisti e il trasferimento al campo di transito di Bolzano, destinazione Mathausen o Flossenbürg.
“Mamma non piangere, piuttosto che parlare…piuttosto che parlare, vado alla morte…” (Estratto del canto di Mario Brusa). Sono stati fatti cenni anche al trattamento dei prigionieri politici italiani nell’universo concentrazionario tedesco, dalle umiliazioni subite ai continui attacchi mirati ad annientarne la dignità, dalla rasatura dei capelli al triangolo rosso, che alcuni ostentavano quasi con sfida, ai pasti guarniti coi vermi di Flossenbürg.
Storie di uomini come di donne che avevano in numerosi casi presero parte alla resistenza e alla lotta armata. L’atmosfera all’interno delle carceri ha reso ancora più vivide le loro testimonianze, favorendo la completa attenzione da parte del pubblico.
“Non sai che le Carceri Nuove di Torino sono famose in tutta Italia per i milioni di cimici che nascondono nei loro muri?” (Estratto di Sergio Coalova).
Emanuele Levi
(29 ottobre 2015)