…Storia
L’attacco alla Storia e il tentativo di controllarla è notoriamente il primo passo per dominare la scena politica. “Who controls the past controls the future; Who controls the present controls the past”, scriveva George Orwell. È un esercizio in cui si stanno esercitando in tanti in questo periodo. A me preoccupa – e non solo a me, in Israele le critiche sono state durissime – non tanto la scivolata di Netanyahu, che evidentemente non ha assimilato a sufficienza da suo padre Benzion il valore di questa disciplina. Quel che veramente deve allarmare è la reazione di molti fra gli ebrei, i quali pur di dare credito politico alle azioni del primo ministro di Israele sono disposti ad avventurarsi in percorsi che non hanno nulla da invidiare al tanto vituperato negazionismo. Non c’è dubbio che sia urgente un lavoro di alto livello scientifico sulla diffusione dell’antisemitismo politico moderno e dei suoi stereotipi nel mondo islamico (per la verità ci sono già a disposizione molti testi in merito). Ed è altresì chiaro che questa dinamica non può più essere considerata estranea alla lotta politica che sta insanguinando il Medio Oriente. Ma sottoporre a una falsa e buonista revisione – insostenibile sotto tutti i punti di vista – la storia dell’antisemitismo nazista e di Hitler, significa colpire direttamente e in maniera ingiustificata la storia della Shoah e la memoria dei milioni che la subirono. E alla lunga, significa minare la stessa sopravvivenza dello Stato d’Israele.
Gadi Luzzatto Voghera, storico
(30 ottobre 2015)