Qui Roma – Buonaiuti, l’intellettuale Giusto
Il religioso, lo storico, l’intellettuale. Ma anche un uomo coraggioso al servizio della fratellanza e della dignità umana. Un’articolata occasione di incontro svoltasi presso la Facoltà Valdese di Teologia a Roma ha permesso di inquadrare, da molteplici punti di vista, la straordinaria figura di Ernesto Buonaiuti.
Tra i principali esponenti del modernismo italiano, colpito dalla scomunica maggiore nel 1926 e allontanato dall’insegnamento nel 1931 per aver rifiutato di giurare fedeltà al regime, Buonaiuti è stato oggetto di una triplice indagine focalizzata sul circolo di allievi e amici, sulle relazioni con il mondo evangelico in Italia e in Svizzera, sui rapporti con la filosofia, la politica e l’editoria del tempo.
È inoltre il ritratto di un eroe del Novecento quello emerso in queste ore, con riferimento in particolare al salvataggio del giovane ebreo romano Giorgio Castelnuovo (nascosto a lungo in casa) che gli è valso, nel 2013, l’iscrizione nel libro dei Giusti dello Yad Vashem.
Proprio le strette relazioni col mondo ebraico sono state al centro di un appassionato intervento di Valdo Spini, docente universitario ed ex ministro dell’Ambiente, che ha rievocato l’incontro tra il padre Giorgio ed Enzo Sereni poche ore prima che quest’ultimo si paracadutasse e venisse arrestato dai nazifascisti. Un incontro, l’ultimo da uomo libero per Sereni, che fu appunto “propiziato da Buonaiuti”.
Organizzato dall’associazione culturale Italiques, in collaborazione con l’Accademia dei Lincei e con la Facoltà valdese di teologia, il convegno è stato coordinato e promosso da un comitato composto da Paolo Carile, Barbara Faes, Jean Ferrari, Tullio Gregory, Francesco Margiotta Broglio e Walter Tega.
(1 novembre 2015)