Tv – Ha-paytan, musica per l’anima
Inquadratura su Gerusalemme, musica liturgica di sottofondo e poi zoom su un gruppo di ragazzi ultraortodossi che esce di fretta dalla Yeshivah e cammina rasente i muri. Si apre così la puntata di Ha-paytan, il talent show che ha stregato Israele. Le regole sono simili alle decine e decine di format televisivi di tutto il mondo: chi partecipa deve cantare sfidando un avversario, viene giudicato da quattro giudici e se vince passa alla fase successiva del programma.
Trasmesso sul canale 20 dedicato all’ebraismo e all’identità d’Israele, Ha-paytan ha però un elemento distintivo che lo fa essere un unicum: è il primo show in cui ad essere protagonista è la “neshama”, l’anima ebraica. O per lo meno si propone di esserlo.
I cantanti in gara sono infatti ebrei osservanti e si esibiscono interpretando canzoni tipiche della liturgia da sinagoga, scegliendo brani intensi spesso dedicati all’accoglienza dello Shabbat. Ad essere al centro della scena sono i concorrenti che raccontano al microfono il loro legame con la religione e condividono i valori trasmessili dalla famiglia.
Molti di loro spiegano come la passione del canto sia stata alimentata da un parente che faceva da hazan, cantore, in sinagoga e poco prima di esibirsi incontrano il proprio avversario in una piccola stanza. Un elemento che sovverte qualsiasi codice della competizione: presentandosi, i due cantanti si scambiano con tranquillità qualche parola e immediatamente riconoscono un senso di appartenenza comune, uno di loro, per esempio, prima di bere l’acqua pronuncia la benedizione e l’altro in automatico risponde ‘amen’.
Per rispettare le regole che vietano alle donne ortodosse di esibirsi di fronte agli uomini, inoltre, il talent è riservato solo agli uomini: tra questi spiccano concorrenti piuttosto eterogenei, di origine sefardita o ashkenazita, con kippoth in testa diverse a seconda della corrente religiosa seguita, del nord o del sud di Israele, da piccole città o da metropoli come Tel Aviv e Gerusalemme ma con un comune senso di devozione per l’ebraismo e trasporto per la musica ebraica, che per molti di loro è diventata un lavoro, portandoli ad esibirsi ai matrimoni e bar mitzvah.
Fa da cornice, un pubblico suggestivo che immortala la varietà d’Israele, dei giudici, vecchie glorie della musica popolare israeliana che un turista avrà sentito distrattamente almeno una volta nella vita salendo sopra un taxi, e guest star inaspettate: per intenderci, il giudice d’eccezione nei quarti di finale è stato Moshe Kahlon, l’attuale ministro della Finanza e vero e proprio ago della bilancia nella formazione del governo dopo le elezioni dello scorso marzo.
Nelle esibizioni di Ha-paytan le tradizioni si mescolano, riti yemeniti incontrano quelli dell’Europa dell’Est per un risultato, scrive il giornale americano Tablet, che ha uno straordinario potere “calmante” per la propria neshama, anima.
Rachel Silvera twiiter @rsilveramoked
(1 novembre 2015)